Regia di David R. Ellis vedi scheda film
Sulle onde dell’entusiasmo legato al primo episodio, David R. Ellis dirige “Final destination 2”. Si tratta di un vero e proprio sequel del film uscito 3 anni prima, in quanto fortemente legato all’episodio del volo 180, i cui superstiti morirono poi successivamente uno ad uno. La tesi del primo episodio diviene teoria: la morte ha un suo progetto; quando tale progetto viene intralciato la signora con la falce si rifà con gli interessi; c’è un solo modo per fermare il progetto: ci proverano Clear Rivers (Ali Larter), superstite dei superstiti del volo 180 e reclusa in un manicomio, insieme a Kimberly Corman (A. J. Cook), ragazzina che suo malgrado ha fermato un altro progetto della morte.
Il film, rispetto al più bambinesco primo episodio, è una piccola chicca splatter. La morte dei vari superstiti all’incidente autostradale di inizio film è straordinariamente gradevole (per gli amanti del genere, si intende). Episodi letali ricchi di fantasia, con un giusto grado di suspense e degli elementi di distrazione che rendono ancor più gustoso il film. C’è tensione, c’è horror, c’è suspense: il film sembra ottimo, ma non lo è. Perché ci sono troppe banalità: nei discorsi come nelle azioni dei personaggi c’è sempre un infantilismo di fondo, un continuo fare il verso a stereotipi cinematografici consolidati. Insomma un discreto film horror-splatter in una valle di pellicole dello stesso genere mediamente scarse.
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