Regia di Pierre Saint-Martin vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Socorro è un'anziana avvocata, accanita fumatrice che vive in una grande vecchia casa con la sorella a cui destina dispetti e tipo che a causa della rabbia che le nasce da dentro e persiste dentro di lei.
L'origine di questo suo rancore, che la isola dal mondo e la rende diffidente ed ostile anche col figlio e la gentile nuora, è la morte violenta del fratello occorsa decenni prima, in circostanze rimaste misteriose durante le fasi del massacro di Tlatelolco occorso tra i manifestanti della folla e la polizia dieci giorni prima dell'inizio dei Giochi della XIX Olimpiade, che si svolsero a Città del Messico dal 12 ottobre al 27 ottobre 1968.
Grazie alla collaborazione di un ex giovane pusher legato alla anziana donna che lo scagionò tempo addietro, Socorro riceve improvvisamente un prezioso indizio che le mancava per poter localizzare il militare che materialmente uccise suo fratello 50 anni prima, morto a seguito di violente torture.
Minata nel fisico, da incallita fumatrice, ma orgogliosa ed ostinata, la donna decide di intraprendere una complessa strategia per vendicare la morte di suo fratello e trovare finalmente quella che crede essere la giustizia tanto attesa.
Ma si accorge presto che quel rancore che la rende infelice ed inopportuna anche e soprattutto coi propri cari, è esso stesso la causa del proprio malessere e la vera ragione del suo vivere infelice.
Al suo film d'esordio in qualità di regista, il messicano Pierre Saint Martin Castellanos si rinchiude tra le stanze polverose affastellare di libri e pratiche legali, e film con dovizia di particolari e stando addosso al meraviglioso e potente personaggio protagonista, una vicenda umana che vede maturare il sentimento della vendetta, intesa come unica possibilità iniziale di raggiungimento di uno scopo, in un più ragionato atteggiamento di perdono alla cui trasformazione contribuiscono gli atteggiamenti umani e solerti di chi sta attorno alla energica e determinata avvocatessa, riuscendo poco a poco a determinare la svolta comportamentale che ha quasi del miracoloso.
Girato ostinatamente in interni in un bianco e nero che esalta la capigliatura selvaggia della desandata protagonista circondata dalle polveri di una memoria incancrenita dal rimorso e dal desiderio di vendetta, No nos moverán è un gran bel film che lascia un suo segno nello spettatore man mano che la vicenda matura, si evolve e si completa. Il film, riuscito e maturo, ha tra le sue migliori carte da giocare nella straordinaria performance che caratterizza la prestazione della grande attrice salvadoregno-messicana Luisa Huertas, classe 1951, una fine interprete tra le migliori del panorama messicano degli ultimi quarant'anni.
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