Regia di Radu Mihaileanu vedi scheda film
Ecco un film no global che urla le sue urgenze sottovoce, senza fanatismi e dogmi. Un famoso regista italiano, tale Carlo Ercole, costringe il suo assistente di fiducia a un periglioso viaggio nella Repubblica Centrafricana intimandogli di portargli a Parigi, dove vive e lavora, venti pigmei, per una scena di massa da girarsi nello stadio Saint Denis. Marc, dopo alcune titubanze, obbedisce e insieme a Olivier parte per il Continente Nero alla ricerca delle bizzare comparse. Le cose da fare e da pensare sono tante, troppe: i permessi da ottenere da un improbabilissimo ministro della Cultura che gira in Mercedes e sotto imbarazzante scorta; i soldi da trattare con il capo del villaggio, padrone dei pigmei, schiavi moderni in un mondo antico; gli inevitabili incidenti di percorso, dai camion che non arrivano mai alle punture di insetti che celano presunti malocchi. Alla fine, per fortuna, non se ne farà nulla, perché Marc capisce le profonde ragioni (leggi: ingiustizie) dello sradicamento. Il film è bello, affettuoso, militante - come si diceva - senza bisogno di sventolare bandiere e marciare nella giungla. E soprattutto rende merito e grazia al nostro (in)dimenticato Marco Ferreri, per il quale Mihaileanu (quello di Train de vie) lavorò a lungo. La figura di Carlo Ercole è infatti ricalcata sull’esuberante personalità del geniale autore di La grande abbuffata: a lui si deve l’idea - vera - di richiedere venti pigmei per una folle sequenza rimasta nella sua bulimica, fervida fantasia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta