Regia di Tom Brady vedi scheda film
Negli anni ’80 (non è nata allora) c’è stata una piccola moda di film in cui i personaggi si trovano dentro altri personaggi. Scambio di fisionomie e di organi, di vestiti e di domicilio. La testa, i sentimenti e le pulsioni restano quelle del corpo d’origine. I critici americani li chiamano ”body-switch movies“ e sono una risorsa, dalle possibilità limitate, soprattutto per la commedia. Tom Brady e il cosceneggiatore-protagonista Rob Schneider (un comico di profilo medio basso, che non piace ai critici di alcun paese) hanno pensato di mescolare le carte e di sfruttare con mano pesante le possibilità di inventare gag con questo meccanismo collaudato. La metempsicosi avviene, a causa di un paio di orecchini dell’Abissinia precristiana, tra una cheerleader, prototipo della fanciulla arrogante dei film postadolescenziali, Jessica, e Clive (Schneider), un ladruncolo sgraziato e scalcinato. Il film si concentra per motivi contrattuali su Clive-Jessica per la quale (o il quale) è più facile convincere l’amica del cuore, April (l’Anna Faris di Scary Movie 2) e le compagne di classe dell’avvenuta trasformazione (tutte rapite dall’idea di frequentare una Jessica dotata di pene) che imparare a muoversi e usare il nuovo equipaggiamento genitale. Il copione è un colabrodo, un frullato di incongruenze. Lo sforzo è di tenere in piedi una serie di sketch, di far funzionare, ogni tanto, qualche frammento da farsa. Produce la Happy Madison di Adam Sandler che appare nel cameo di un finto rasta, fumato e suonatore di bongo.
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