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Territory

Regia di Álex Galán vedi scheda film

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La recensione su Territory

di alan smithee
8 stelle

scena

Territory (2024): scena

42TFF: ZIBALDONE

 

"La scienza sa più cose su Marte che su questa valle"

Un attore famoso decide di prendersi una pausa dal mondo del set e delle riprese, e di fuggire tra le steppe dell'Asia Centrale, trovando rifugio in una capanna di legno ad altezze impervie nel lontano ed inaccessibile Kirghizistan.

Un luogo aspro e poco consono alla sopravvivenza umana.

Ma anche un luogo puro, schietto, ove trovare quella pace interiore che sembra ormai una caratteristica perduta per sempre.

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Territory (2024): scena

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Territory (2024): scena

E pure un luogo ove la leggenda narra che viva celato alla presenza umana il mitologico e schivo leopardo delle nevi, divenuto quasi una leggenda.

L'attore in considerazione è una vera star, nota almeno a tutti i numerosi fan della popolare serie La casa di carta.

Il suo nome è Darko Peric, e in quel ruolo di attore in crisi che lascia moglie e figlio per "ritrovare la via" appare plausibile.

Ma la forza del film sono i paesaggi incontaminati che l'uomo, la sua guida ed un traduttore percorre per placare quella sua ricerca di animale mitologico che nasconde la ricerca e il ritrovamento di una propria consapevolezza e voglia di vivere che pareva smarrita da troppa celebrità e divismo.

 

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Territory (2024): scena

Diretti da un esperto dei luoghi impervi e della regia documentaristica come è lo spagnolo Àlex Galán, autore di Sauvages del 2022, Territory è un film che cattura la bellezza rigida e spontanea della natura ostile solo perché non più compatibile con una umanità troppo legata a ritmi che vanno contro ogni percorso di vita naturale e oltre ogni legge che governa il resto del creato.

E poi, finalmente, arriva pure il leopardo che pareva solo frutto di leggende popolari e mitologie simili a favole.

E nonostante arrivi con tempi che non si coordinano con i ritmi umani ed in particolare con i tempi del protagonista, la sorpresa rivela emozioni genuine che si trasferiscono, pressoché indelebili, sullo spettatore.

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