Regia di Yufei Zhao vedi scheda film
42TFF: CONCORSO DOCUMENTARI
Un pastore solitario sui trent'anni di nome Zhenping trascorre la sua vita assieme al suo gregge di pecore tra le immense praterie mongole sormontate da gigantesche pale eoliche che ne sfruttano la potenza dei venti.
Non è sposato e vive, quando non dorme ai pascoli, assieme all'anziana madre, rimasta sorda da un'orecchio a seguito di uno scoppio ravvicinato di un petardo.
Quando il fratello di costui torna da Pechino assieme ad una donna che vorrebbe proporre in sposa al suo parente, Zhenping si trova dinanzi ad un bivio decisionale: seguire la via di un probabile amore e trasferirsi in città assieme alla donna, o restare col suo gregge e curare la madre ormai anziana e sempre meno autosufficiente?
Una scelta difficile che il ragazzo risolverà continuando il suo lavoro all'aperto assieme alle greggi, scegliendo la famiglia ed i legami con una terra che non è certo solamente un luogo da sfruttare per mantenersi, ma un elemento cardine per conquistarsi e mantenersi un equilibrio fisico e mentale che comunica realizzazione e, nonostante le difficoltà, una tendenziale serenità di fondo difficilmente immaginabile in un contesto diverso da quelle vallate dolci e battute dal vento. Dopo tre cortometraggi, il giovane regista cinese Zhao Yufei, forte di un master di cinema a Edimburgo realizza con il limpido The shepherd il suo primo mediometraggio che possiede la forza di rendere espliciti i pensieri di un individuo combattuto ed apparentemente incapace di prendere una decisione cruciale sul suo futuro.
Un film fatto soprattutto di silenzi e spazi aperti, interrotti da qualche dialogo scarno e da una decisione cruciale che si apprende più dalle immagini che da ciò che viene comunicato od esplicitato.
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