Regia di Béatrice Kordon vedi scheda film
42TFF: CONCORSO DOCUMENTARI Attraverso quattro capitoli definiti come canti, la regista sperimentale Béatrice Kordon riflette sulla considerazione della morte nella vita delle civiltà che si sono susseguite, ed osserva, in alcune località caratteristiche tra Italia, Grecia ed altri paesi europei, come miti, rituali, danze folkloristiche locali ognuna peculiare e differente dalle altre, rifletta il valore e la sensazione della fine che ogni essere è consapevole dovrà accadere, ma al contempo ognuno cerca di ricacciare, scongiurare e allontanare più che può.
Il film si avvale di immagini molto suggestive di una natura-madre che accoglie e poi riprende a sé e sa spaziare sui vari culti e tradizioni, tra feste folkloristiche e culto dei morti e dei cimiteri per delineate lo stretto rapporti tra vita e il suo esatto opposto: la morte.
Ne scaturisce un documentario non semplice, né tantomeno lineare, ma assai affascinante e pregno di consapevolezza che in un vicino orizzonte la fine rappresenta un passo inevitabile, e come tale bisognoso di essere accettato come una tappa di un percorso che riguarda ogni essere vivente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta