Regia di Chiara Fleischhacker vedi scheda film
42TFF: CONCORSO
Jenny, giovane con una figlia bambina già data in affidamento alla madre, vive una storia d'amore e stupefacenti con il compagno, anche lui assuefatto da un uso di droghe smodato ed incontenibile. Scopertasi nuovamente incinta, cerca di sfruttare la situazione per un trattamento di favore per la detenzione che deve scontare, ma sarà l'incontro con una scrupolosa ostetrica che le farà prendere coscienza di come sta avvelenando progressivamente il proprio feto, e di come è necessario ribaltare il proprio comportamento per salvaguardare prima di tutto la vita che le cresce a fatica in grembo.
Le due donne dovranno sfidare una burocrazia inflessibile che le impegnerà in una battaglia ancor più ardua di quella che dovrà affrontare la partoriente intossicata dai veleni e dagli eccessi, ma protesa a concludere al meglio la sua gravidanza, pur con le incertezze presenti sul futuro affido del nascituro.
Il film, ben diretto e raccontato, tratta direttamente della maternità come periodo cruciale di una donna come la protagonista Jenny, protesa e consapevole di procurarsi danni irreversibili con la vita disordinata che conduce, ma anche determinata, su sollecitazione della nuova amica, a responsabilizzarsi dell'interesse del nascituro.
Tuttavia Vena esamina anche come risulti disumano ed inadeguato l'apparato burocratico nel porre limiti e vincoli disumani ad un ruolo di madre che dovrebbe avere la precedenza su ogni altro aspetto, ed invece viene sottomesso a separazioni forzate anche contro il desiderio di una madre che, per quanto sprovveduta, deve avere diritto di ripensamento e l'occasione di poter sistemare gli errori commessi durante una travagliata ed irresponsabile gestazione.
Il film, opera prima della tedesca Chiara Fleischhacker, centra bene queste argomentazioni, restando sulla protagonista Emma Drogunova, perfetta e molto brava a gestire un ruolo complesso e sfaccettato.
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