La recensione su My Best, Your Least

di alan smithee

6 stelle

42TFF: CONCORSO

Una accorta e premurosa professoressa di liceo sta vivendo un momento di vita un po' travagliato, divisa tra le cure per una fertilità che le sembra mancare, e i lavori di ristrutturazione del proprio alloggio.

A complicare i propri ritmi di vita subentra anche la gravidanza inaspettata di una sua studentessa, rimasta incinta di un compagno di classe, che a differenza della ragazza, rimane incognito ed impunito.

Una situazione imbarazzante per il buon nome della scuola, che induce l'insegnante sotto pressione a mettere in atto misure rigide e repressive contro l'alunna.

Almeno finché pure la professoressa si scopre incinta, e come tale matura una diversa e più umana consapevolezza della problematica.

Nasce e si sviluppa in modo naturale una sorta di sodalizio complice tra puerpere che va al di là di ogni direttiva comportamentale rigida e fuorviante e porta l'insegnante a mettere da parte la tendenza ad attenersi alle rigide norme comportamentali che ne hanno sempre vincolato l'esistenza, mimandone entusiasmo e una modalità di affrontare le incognite di vita decidendo con una consapevolezza totalmente personale. Al suo esordio nel lungometraggio, Kim Hyun-jung firma un'opera densa di umanità che traccia il sentiero di un mutamento dell'anima, prima ancora che negli atteggiamenti, frutto di una maturazione vissuta sulla propria pelle e aiutata da un destino beffardo di una vita sempre pronta a stupire e a rivelarsi tutt'altro che scontata.

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