Regia di Andriy Alferov, Stanislaw Gurenko vedi scheda film
42TFF: CONCORSO
Nel 1968, quindici anni dopo la morte di Stalin, l'Unione Sovietica Comunista sta disgregandosi di quelle regioni come l'Ucraina che si ritengono indipendenti. Un'amnistia fa sì che molti dissidenti ucraini possano tornare in patria.
Tra costoro c'è Oleg, che torna dalla bella e giovane moglie sarta e cerca di inserirsi nel nuovo contesto sociale.
Ma troppi pensieri lo assillano e i propositi di un Urss che annetta nuovamente gli stati ribelli accende nell'uomo i propositi di una reazione emblematica e sacrificale che possa determinare le masse a rivoltarsi ai nuovi padroni.
Suddiviso in 4 capitoli (moglie, amico, fede, fuoco), Dissident, opera prima di un abile autore di videoclip (Stanislav Gurenko) e di un critico cinematografico (Andrii Al'ferov), è innanzi tutto un'opera di gran regia e fotografia, girata in modo stiloso con effetti visivi distorti ad occhio di pesce che ricordano lo stile mirabile del cinema di Sokurov. Narrativamente i due registi scelgono un racconto che parta dai personaggi collaterali, che di fatto si appropriano della storia, e di conseguenza del destino di Oleg, per fare maturare al protagonista il suo gesto disperato e dimostrativo che possa incendiare lui, ma anche gli animi degli indipendentisti sottomessi e messi a tacere, resi inermi da un regime succeduto ad uno precedente.
E quindi una moglie inquieta che desidera la maternità che invece Oleg rifugge perché senza speranza in un futuro libero; uno scrittore che segue la causa ma finisce per rubare la consorte al dissidente; un prete operaio che tenta di dissuadere Oleg da un proposito annunciato come un proclama.
E poi il fuoco, il cui fragore si confonde tra il rumore dei giochi pirotecnici che distolgono l'attenzione sulla vittima sacrificale.
È un ottimo film Dissident, in Concorso al 42TFF e probabilmente il film più complesso e riuscito tra i concorrenti al premio.
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