Regia di Giovanni Massa vedi scheda film
Una famiglia ebraica di origini italiane si trova ad Alessandria proprio mentre scoppia, nel giugno del 1967, la cosiddetta guerra dei sei giorni. Israele ha attaccato Egitto, Giordania e Siria in risposta alle tensioni con i Paesi arabi confinanti: la situazione appare sin da subito drammatica per Andrea e i suoi genitori.
Di questo film rimane realmente poco, al termine dei cento minuti di visione: Il buma – nome ebraico dal significato multiforme – è un'opera dalle mille facce, perennemente in bilico tra dramma e commedia, con momenti più leggeri, altri maggiormente introspettivi e soprattutto con una vasta serie di dialoghi (spesso e volentieri in interni) che appesantiscono la narrazione rendendo la digestione del lavoro invero faticosetta. La fattura della pellicola è senz'altro decorosa, pur non avendo a disposizione il regista Giovanni Massa grandi mezzi, visibilmente; per lui – online non ci sono molte notizie in merito – si tratta con ogni probabilità del debutto nel lungometraggio e più in generale nel cinema, a cui seguirà un'opera seconda dal titolo Lo sguardo della banda solamente oltre un decennio più tardi (2015). Se di Massa si sa poco o nulla, i nomi dei principali interpreti del film risultano invece ben noti – e vanno rimarcate le scelte appropriate di casting: Franco Scaldati, Adriana Asti, Rinaldo Rocco, Ugo Fangareggi, Jacques Boudet e Raffaella D'Avella occupano i ruoli più importanti. Il soggetto e la sceneggiatura de Il buma, che partono con buonissime idee ma potevano forse essere sviluppati in maniera più sciolta, meno didascalica (si veda per es. la scena-omaggio a L'armata Brancaleone di Monicelli), recano entrambi le firme del regista e di Ferdinando D'Angeri, che è qui accreditato sui titoli di testa anche come scenografo. 4/10.
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