Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Tra i valori di questo <Peter Ibbetson> da Du Maurier nel segno di Hathaway, c'è l'interpretazione regalataci dai bimbi: possente, la migliore tra quelle di piccini, nel Cinema mondiale. Anima dell'Amore, la biondissima Ann Harding non recita: è Canto; e il brio dell'amorosa Ida Lupino, alla sua prima parte di rilievo sul grande schermo, le tien di passo. Vira al disastro, invece, Gary Cooper: al disvélo dello spirito d'opera, inetto nel delineare i dolori di Peter ormai infermo in carcere; e già di larghi sorrisi ingessati e come parodici, a tratti, la cui inebriante fotogenia non riesce a porne in salvo inadeguatezza di fondo alle sfumature richieste al suo personaggio; sì che fa quasi piacere che cotal amante, rivale del Duca di Towers (sanguigno e misurato John Halliday, nei rintocchi del perdente marito poi ucciso), questi, violentemente d'onore s'affretti a ricacciarlo, prima del tragico colpo a fuoco, in quell'oscurità e ignavia che l'altro trascina in scena -per resa nulla, di rappresentatività binomiale raccosto la duchessa amica dìinfanzia or ritrovata- direi a rovescio di còmpito, verso i resoluti e magici destini del cuore della compassionevole nobildonna che d'entusiasmo Harding illumina.
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