Regia di Franck Dubosc vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
"C'est parfois la fourmi qui mange la baleine"
Un uomo sui cinquanta cinque anni (Franck Dubosc), titolare di un vivaio malandato sito in un pianoro tra i boschi del Jura, attraversando la strada montana sul suo pick-up poco prima della festività natalizia, urta un orso trovato si un mezzo alla strada in una curva e per schivarlo slitta finendo contro un'auto sul ciglio della strada, uccidendo sul colpo una donna.
Il compagno di lei, uscito dall'auto per urinarie, dall'impeto scivola trovando la morte pure lui.
Esterrefatto, l'uomo torna a casa racconta tutto alla moglie (interpretata dalla brava brava e simpatica Laure Calamy), confessando di non aver chiamato la polizia, trovandosi con l'assicurazione auto scaduta ormai da mesi.
Tornati sul luogo dell'incidente, i due scoprono nell'auto una borsa piena di soldi.
Pertanto, dopo un attimo, di smarrimento, decidono di occultare i cadaveri, e di impossessarsi del malloppo.
Non ci vuole molta inventiva ad indovinare che la somma è frutto di loschi affari che coinvolgono la malavita dell'Est, e che inducono i proprietari a mettersi in moto per ritrovare il maltolto, senza omettere di lasciarsi alle spalle una sconcertante e disinvolta scia di sangue. Intanto la polizia indaga nelle vesti di un bonario capo polizia (lo spassoso e iperattivo Benoit Pooelvoorde), distratto dagli impegni familiari legati alla festività e ben poco predisposto a risolvere un mistero che coinvolge sempre più persone in paese per l'incapacità congenita dei due coniugi di mantenere tra loro il segreto del tesoro che custodiscono maldestramente tra le loro mura domestiche.
Il celebre attore è cantante francese Franck Dubosc esordisce in regia con una commedia noir che, nello stile frizzante ed ironico, nonché condito da sprazzi pulp, cerca di ripercorrere i sentieri del thriller ironico ed efferato dei fratello Coen, utilizzando un paesaggio montano ameno e complice che, dall'altro canto, può ricordare, almeno in linea di principio e con le dovute cautele, i misteri di paese di Twin Peaks.
Di fatto l'intrigo, tutt'altro che nuovo, riserva ben poche sorprese, ma è pur vero che la simpatia ed il brio del cast affiatato, riesce a garantire una godibilità di visione lungo tutta la vicenda.
Personaggi curiosi, a volte ai limiti della follia, tra colori di usi e costumi di paese ed una mafia straniera implacabile quanto ingenua. Ingenuità, connivenza paesana, una innata e disincantata attitudine alla corruzione e al sordido accomodamento riescono a tracciare simpatici ritratti tra i principali protagonisti, tra melanconie, solitudini e mancanze di affetti, adolescenti un po' disadattati e per questo trattati con l'indulgenza che si riserva a chi finisce per essere discriminato o trattato come diverso) e pure tra i personaggi di contorno (la simpatica questore dalla facilissima attrazione verso il compromesso e la mazzetta), oltre al senso di solidarietà verso il forestiero extracomunitario che qui giunge opportuno per sconfiggere la melanconica solitudine di una poliziotta dalla reattività piuttosto vivace.
Un ours dans le Jura - questo il titolo originale francese - si rivela quindi una commedia noir piuttosto divertente, ironica, magari dai risvolti facilmente intuibili proprio perché non proprio originali.
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