<< Parigi, 1860 circa. Un giovane e spiantato Emile Zola, si arrabatta alla giornata tra un lavoro come scribacchino e l'utopia di riuscire un giorno a scrivere un bel romanzo. L'occasione si presenta durante il periodo dei tumulti in citta'; conosce una giovane vagabonda con una propria storia personale fuori dal comune, che affascina tantissimo Zola. Da questo casuale incontro lo scrittore prendera' spunto per scrivere uno dei suoi romanzi piu' famosi: Nanà. D'ora in poi non conoscera' altro che successi, fama mondiale e ricchezza. Il suo imborghesirsi pero' lo portera' a non avere piu' a cuore le cause dei piu' deboli, cosi' come faceva un tempo. Pero' la vita, come spesso succede, da a Emile zola una seconda possibilita' di "redenzione". Da qualche anno un militare francese di origine ebraica, Alfred Dreyfus, e' tenuto segregato sull'Isola del Diavolo nella Guyana francese, con l'accusa piu' grave che un soldato possa ricevere: Alto tradimento. La moglie dell'ufficiale non crede alla colpevolezza del marito e cerca in ogni modo di portare alla luce l'inganno con cui crede che il consorte sia stato raggirato e imprigionato. Chiedera' in un ultimo disperato tentativo aiuto a Emile Zola, lui dapprima reticente, accettera' e scrivera' sulla prima pagina dell'Aurore, giornale dell'epoca, il celeberrimo J'Accuse…! (Io accuso…!) verso lo Stato, l'esercito e soprattutto verso il Presidente della Repubblica. Sara' cosi' processato per diffamazione e riuscira' a portare alla luce la verita' sul povero soldato ebreo Alfred Dreyfus.>>
Un Paul Muni davvero in forma in questo film di accusa verso una delle ingiustizie piu' famose del secolo passato (1800). Il regista William Dieterle anche se in modo un po' didascalico, e cambiando alcuni nomi e fatti reali, riesce a ricreare molto bene la vicenda, sorretta da una messa in scena pulita e, come gia' detto in precedenza, da una ottima interpretazione dell'attore americano. Viste le censure del tempo e la grossa bigotteria dell'america, nel film non si parla mai del fatto che Dreyfus fosse stato additato di tradimento solo perche' ebreo, non si voleva far sapere che pure la Francia, come molte altre nazioni, covava nelle piu' alte Istituzioni un forte sentimento antisemita. Come si comprende, a differenza del film di Roman Polanski, tutta la storia e' vissuta dallo sguardo e dal pensiero del grande scrittore, e anche se in tutto c'è un po' di enfasi e retorica alla maniera hollywoodiana... ci si passa tranquillamente sopra e si gustano le due ore del film.
Peccato davvero che la brutta distribuzione italiana del DVD film abbia un ridoppiaggio abbastanza orrendo - che mal si addice ai volti e alle interpretazione d'epoca - e la totale assenza di sottotitoli, soprattuto quelli in italiano, per poterselo gustare al meglio in inglese.
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