Regia di Pete Jones vedi scheda film
L’estate, simbolicamente, è il momento privilegiato per i transiti da un punto all’altro della vita, da un’età, da una consapevolezza, da un grumo identitario ad altre età, altre certezze, altri profili dell’identità. Stagione atmosferica e stagione che nella luce abbagliante dissimula la dolce mestizia di una perdita. Queste emozioni e queste sensazioni ci sono tutte nel rilevante esordio di Pete Jones. La sua sceneggiatura ha vinto una competizione on line chiamata “Project Greenlight”, promossa da Chris Moore, Matt Damon e Ben Affleck (qui in veste di produttori) e sponsorizzata dalla Miramax, dall’HBO e da Live Planet. Il cinema hollywoodiano, come altre cinematografie, soffre di una grave forma di astenia affabulatoria e l’iniziativa di creare un forum, una comunità di “narratori” pare utilissima. Sono molte le qualità del copione che su una traccia consolidata (l’amicizia tra due bambini quasi coetanei: Pete e Danny) introduce variazioni intelligenti e spiritose sulla fede religiosa, sulla tolleranza, sui pregiudizi nella Chicago della metà degli Anni ‘70, quando razzismo e antisemitismo non erano stemperati dal galateo del politicamente corretto. Gli attori bambini sono bravissimi e il regista tiene sempre il film sulla linea sottile che separa la commozione profonda dalla glassa.
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