Chicago, 1976: il piccolo Pete, di famiglia cattolica, rimproverato per le sue marachelle dalla suora che gli fa da insegnante, intraprende una missione divina per far del bene nella propria comunità e dimostrare così di meritarsi il paradiso. Suo improbabile partner è Danny, un ragazzino ebreo col quale Pete imparerà il vero significato delle parole "speranza" e "amicizia".
Note
Sono molte le qualità del copione che, su una traccia consolidata (il rapporto tra due bambini quasi coetanei) introduce variazioni intelligenti e spiritose sulla fede religiosa, la tolleranza e i pregiudizi nella Chicago della metà degli anni '70, quando razzismo e antisemitismo non erano ancora stemperati dal galateo del "politicamente corretto". I giovanissimi interpreti sono perfetti, e il regista è ben attento a non varcare mai la sottile linea che separa la commozione profonda dalla melassa.
Un film intelligente e dove la recitazione del protagonista Pet il bimbo è perfetta. Il trionfo dell’innocenza sulle costruzioni dei grandi. Ma è anche una pennellata sul buon senso, l’educazione in famiglia. Seppur triste non angoscia, anzi conforta. Da vedere 8
L’estate, simbolicamente, è il momento privilegiato per i transiti da un punto all’altro della vita, da un’età, da una consapevolezza, da un grumo identitario ad altre età, altre certezze, altri profili dell’identità. Stagione atmosferica e stagione che nella luce abbagliante dissimula la dolce mestizia di una perdita. Queste emozioni e queste sensazioni ci sono tutte nel rilevante… leggi tutto
Buon film: delicato, niente sesso e violenza, una narrazione che tiene ed evita la melassa facile. Tuttavia, tuttavia... La morale è questa: tutte le religioni sono uguali e in paradiso ci si va comunque. E quasi quasi la religione cattolica è inutile. Il discorso del film si incentra su quello che è un errore teologico (sono cattolico e conosco la mia fede): cioè che in paradiso ci… leggi tutto
Buon film: delicato, niente sesso e violenza, una narrazione che tiene ed evita la melassa facile. Tuttavia, tuttavia... La morale è questa: tutte le religioni sono uguali e in paradiso ci si va comunque. E quasi quasi la religione cattolica è inutile. Il discorso del film si incentra su quello che è un errore teologico (sono cattolico e conosco la mia fede): cioè che in paradiso ci…
Una trama che leggendola si fraintende, nel senso che ispira al dolore comprato e venduto e melassa a non finire: non è così! E' un film agile, anche spensierato, ma pensioroso per gli argomenti che mette in piazza, che non sono quelli ricattatori della malattia. In primo, c'è il problema religioso, visto negli '70(che ancora non era estremizzato nei temini di oggi) e preso in maniera…
L’estate, simbolicamente, è il momento privilegiato per i transiti da un punto all’altro della vita, da un’età, da una consapevolezza, da un grumo identitario ad altre età, altre certezze, altri profili dell’identità. Stagione atmosferica e stagione che nella luce abbagliante dissimula la dolce mestizia di una perdita. Queste emozioni e queste sensazioni ci sono tutte nel rilevante…
SENZA PAURA DI ESSERE SMENTITO, NON RICORDO UNA INTERPRETAZIONE COSÌ CONVINCENTE ED INTENSA DELL’ATTORE AIDAN QUINN ("Avalon", "Vento di Passioni", "La musica del cuore") come quella offerta ne "L’ultima Estate - Ricordi di un’amicizia". Vi interpreta Joe O’ Malley, il duro ma affettuoso capo della numerosa famiglia di otto ragazzini con moglie devota ed infaticabile al…
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Commenti (2) vedi tutti
Un film intelligente e dove la recitazione del protagonista Pet il bimbo è perfetta. Il trionfo dell’innocenza sulle costruzioni dei grandi. Ma è anche una pennellata sul buon senso, l’educazione in famiglia. Seppur triste non angoscia, anzi conforta. Da vedere 8
commento di malvinaFormativo.
commento di movieman