Regia di Vincent Perez vedi scheda film
Vincent Perez, attore francese belloccio e caro ai registi che prediligono ancora cappa e spada, esordisce nella regia con un film di famiglia a cui partecipano a vario titolo moglie e cognata. Lo spunto ha origine dalla vita sfigata di Angèle Dubois, ragazza acqua e sapone della provincia francese, che conosce bene il mestiere di accudire la casa e non frequenta le chiese, «perché un Dio così grande non può stare in luoghi così piccoli». La sua famiglia ha problemi economici così la ragazza si reca a lavorare in una casa borghese. Uscendo dal suo guscio incontra Grégoire, biondino slavato incapace di amare alcuno se non se stesso, del quale s’innamora durante una notte in cui perde la verginità. Il ragazzo scompare e Angèle dedica la sua vita e la sua rovina al tentativo di ritrovarlo. Perez mette in scena l’incontro di vite sprecate, quella di Grégoire che getta via l’affetto di chi lo circonda, di una madre che muore nell’attesa vana di rivederlo e quello di una ragazza che muore per ritrovarlo, ma soprattutto quella di Angèle, creatura piena di talenti che decide di buttarli per amore di un irriducibile Peter Pan. Le premesse per un discreto mélo c’erano tutte ma quello che rimane è solo l’eco di uno schianto per il cedimento di una sceneggiatura piena di falle e dialoghi improbabili e a nulla giova la deliziosa Morgane Morè al cui confronto Guillaume Depardieu sembra ancor più incerto del solito.
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