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Crepuscolo di Tokyo

Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film

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La recensione su Crepuscolo di Tokyo

di luisasalvi
8 stelle

E' di gran lunga il film più "nero" ("crepuscolare", direbbe qualche affezionato alla parola) fin qui visto di Ozu; lo è come stile, come immagini, come fatti descritti; ma non mi pare affatto pessimista, né "un altro film sulla decadenza della famiglia", come è stato definito da Tomasi secondo un cliché di Ozu tradizionalista, cliché che ho già rifiutato in occasione di altri film precedenti ma tanto più va rifiutato qui: la situazione drammatica e le sue conseguenze tragiche nella famiglia del vecchio Shukichi nascono da errori precedenti, o forse solo dal fatto che la moglie ha abbandonato famiglia e figli piccoli una ventina di anni prima, cioè prima della guerra: non sono errori e colpe dei giovani d'oggi; al contrario, la giovane Akiko cerca affetto e aiuti, vorrebbe una mamma, è sola nella sua disperazione di ragazza incinta abbandonata, poi ancora di più per aver abortito; piena di stima per il padre, anche se ne ha timore e non riesce a confidarsi con lui, perché per queste cose ci vorrebbe una madre, si sente in colpa anche verso di  lui e ritiene di non essere sua figlia avendo ereditato solo la malvagità della madre e di chissà quale compagno di lei, e probabilmente per questo si uccide… anche se con il solito "pudore" Ozu non ne dice espressamente il motivo e anzi lascia il sospetto che la sua morte sia dovuta a un incidente; comunque, morente in ospedale lei ripete che vuole vivere e non vuole morire. La sorella maggiore, Takako, che ha abbandonato il marito, intellettuale frustrato e quasi alcoolizzato, e si portata con sé la figlioletta, decide di tornare dal marito per non costringere anche sua figlia a crescere a contatto con un solo genitore, senza la necessaria presenza di entrambi. Il vecchio Shukichi così rimane solo in un momento particolarmente triste, ma approva la scelta della figlia. Dedizione di entrambi per evitare in futuro le conseguenze tragiche dell'errore della madre. Raccomandazioni di Ozu al suo pubblico, che questa volta nascono più dai fatti che da lunghi predicozzi finali: contro il divorzio e il suicidio e l'aborto, e naturalmente a favore della assunzione di responsabilità di chi mette incinta una ragazza, ma con comprensione  dolente verso ognuno di questi errori.

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