Regia di Alfio Caltabiano vedi scheda film
Una setta di rapitori di giovani donne, travestiti da scheletri, mette a soqquadro un paesino; arriva il prode Brando a ripristinare l'ordine.
Soggetto e sceneggiatura, regia nonchè un ruolo da interprete: Alfio Caltabiano non si fa mancare quasi nulla in questo Una spada per Brando, se si eccettuano ovviamente un budget dignitoso e le necessarie capacità per portare a termine un lavoro compiuto e decoroso. La pellicola derapa infatti molto presto sotto i colpi di una scrittura approssimativa che vaga senza idee precise fra i generi, riuscendo a non imboccare mai una strada chiara, nè a dar vita a un prodotto in qualche modo omogeneo per lo meno dal punto di vista logico: horror, cappa & spada e commedia sono i tre filoni principali cui l'opera si richiama, ma la sola vera curiosità dovrebbe essere quello scarso accenno al decamerotico che le passa attraverso e che la rende in lieve anticipo sui tempi (il genere sboccerà l'anno successivo). A peggiorare la situazione c'è un protagonista non eccelso e totalmente anonimo come Paul Winston; per fortuna al suo fianco ci sono però buoni caratteristi come Tano Cimarosa, Dante Maggio, Ivano Staccioli, Furio Meniconi e la bella Karin Schubert; Caltabiano lavorò fra i Sessanta e i Settanta, sempre rimanendo ancorato al filone avventuroso di serie B/C, dedicandosi di quando in quando anche allo spaghetti western. Questo film è uno dei tanti esempi dei suoi mediocri standard. 2/10.
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