Regia di Jonathan Liebesman vedi scheda film
”Fatina dentina” è il soprannome da favola bianca di Matilda Dixon. In realtà, Matilda, dispensatrice di biscotti e dolci per i bambini che perdono i loro dentini da latte, è una strega, una funesta creatura delle tenebre. Una signora malefica che, linciata dalla folla di Darkness Falls a metà dell’Ottocento, perché accusata ingiustamente di aver fatto sparire due ragazzini, volteggia nelle notti quiete e tempestose assetata di vendetta. Compare come un’ombra terribile e rapace con la sua maschera di porcellana sotto la quale nasconde le repellenti cicatrici di un volto sfigurato da un incendio. Chi - come Kyle - ha avuto la sfortuna di vederla e soprattutto guardarla, si trasforma nella preda di un’efferata maledizione che può durare dodici anni. Paura del buio, incubi dell’infanzia, denti che cadono, orrore soprannaturale, creature realizzate dal maestro Stan Winston (Alien), personaggi che cercano di scavalcare i limiti di pure funzioni narrative, regia di un esordiente con alcune (non tantissime) inquadrature più curate di quanto accada nello standard contemporaneo del genere, bambini come naturali interlocutori dell’aldilà. Titoli e antefatto della storia sono le cose migliori di questo nictofilm.
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