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Al calare delle tenebre

Regia di Jonathan Liebesman vedi scheda film

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La recensione su Al calare delle tenebre

di ga.s
4 stelle

150 anni fa, Matilda Dixon, nota a tutti come la "fatina dei dentini caduti", perché chiedeva ai bambini i denti che perdevano in cambio di una moneta, viene accusata di un crimine non commesso e barbaramente uccisa da una folla impazzita. Prima di morire ha però giurato vendetta e così da allora il suo spirito aleggia sulla città, facendo sparire i bambini che perdono l’ultimo dente da latte. Kyle è l'unico a essere scampato a questo mortale incontro di cui ha invece fatto le spese sua madre. Ai giorni nostri, divenuto adulto, Kyle è un uomo terrorizzato dall’idea di rimanere al buio e incapace di ricordare se ciò che ha visto in passato era un fatto reale o no. Quando una ragazza del paese lo invita a tornarvi poiché il fratellino è vittima dei medesimi incubi di Kyle egli capisce che lo spirito di Matilda è reale e va combattuto.
A parte il fatto che la trama ha non pochi debiti con Nightmare di Wes Craven, il tentativo di dare vigore ad una storia servendosi delle tipiche e affascinanti paure infantile è solo in parte riuscito. La trama, pur senza troppa originalità, procede bene fino ad un certo punto, ma poi diventa un banale gioco a rimpiattino tra il mostro e l’eroe di turno.
La regia di Jonathan Liebesman ha dei momenti molto buoni, tra cui la sequenza d’apertura con la storia di Matilda Dixon, e altri in cui Liebesman riesce a cogliere e caricare la suspence fino al punto giusto. Peccato però che nelle scene più movimentate regia e montaggio facciano di tutto per creare un mare di confusione in cui nulla è comprensibile. Una di queste scene avviene in un comando di polizia immerso nel buio, dove l’unica cosa che si capisce è che ogni tanto qualcuno sparisce come se fosse risucchiato dall’aria stessa e, un’altra, è ambientata all’interno di un’automobile il cui spazio ristretto dovrebbe facilitare la comprensibilità di ogni azione, ma anche qui la confusione visiva è al massimo grado.
Banalità, specie nei dialoghi si riscontrano qua e là, e gli attori, volti a noi sconosciuti, agiscono di semplice routine.
Al calar delle tenebre è un film che aveva molto potenziale ma che s’è ridotto ad essere soltanto un horror qualsiasi, adatto a qualche serata estiva su Italia Uno e niente più.

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