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Elliott, il drago invisibile

Regia di Don Chaffey vedi scheda film

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La recensione su Elliott, il drago invisibile

di maso
7 stelle

 

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Fuori tempo massimo questa produzione Disney che riprende la tecnica di ibridazione fra live action e animazione che tanto successo aveva riscosso con Mary Poppins e Pomi d'ottone e manici di scopa, purtroppo al contrario dei suoi fortunati predecessori incassò solo 18 milioni di dollari sui 10 investiti anche perchè uscì nello stesso periodo di Star Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo che sbaragliarono ogni avversario aprendo la nuova era della fantascienza moderna prodotta ad Hollywood che portò la stessa Disney a percorrere quella strada con la produzione della sua space opera intitolata The black hole, nonostante ciò Elliot, il drago ivisibile è un film molto godibile che deve la sua riuscita soprattutto all'indimenticabile personaggio animato del titolo che in poco più di due ore di pellicola compare visivamente solo per 22 minuti ma gli sono sufficenti per entrare nei cuori di grandi e piccini.

Il titolo originale ci suggerisce che il vero protagonista della storia è il piccolo Pete che fugge in groppa ad Elliot dalla famiglia Gogan che lo ha adottato non certo spinta da sentimenti affettuosi, siamo nel Maine nei primi del 900 e i servizi sociali non credo fossero molto organizzati e così il piccolo Pete decide che è meglio vivere come un vagabondo piuttosto che fare lo schiavetto al quartetto di bifolchi che lo inseguono attraverso la palude, in più Pete ha un angelo custode sognato da qualsiasi bambino ovvero Elliot: un enorme drago con il pancione e due piccole alette rosa come la sua capigliatura che ha anche il dono di diventare invisibile quando vuole, ma Elliot è suprattutto buono, simpatico e vuole il bene di Pete.

I nostri eroi giungono nella piccola comunità marinara di Passamaquoddy dove Pete verrà preso sotto l'ala protettrice di Nora e suo padre Lampada il guardiano del faro che ha visto Elliot diffondendo fra villeggianti la notizia che crea incredulità ma anche paura e timore, nonostante ciò la presenza di Elliot è percepita come un'invenzione di Pete che si è creato un amico immaginario, Nora in particolare risulterà la più scettica dell'intera comunità.

Pete ed i suoi nuovi amici si scontreranno con parecchi nemici ma ci sarà sempre Elliot a togliere le castagne dal fuoco.

 

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Il film è impostato come un musical di vecchio stampo e alle soglie degli anni ottanta non tutti ne furono attratti anche perchè le canzoni sono il vero punto debole della pellicola oltre a qualche sfilacciatura nella sceneggiatura: il brano più orecchiabile e sicuramente "It's not easy" / "Oggi è raro" gli altri non sono particolarmente riusciti e chi li canta non fa una grande figura, devo però aggiungere di aver visto la versione italiana in cui tutte le canzoni sono tradotte e come molto spesso accade ciò non giova al film, il bambino che doppia Pete (Sean Marshall) è particolarmente stonato mentre è molto brava Betty Curtis nel cantare le canzoni affidate all'ugola delicata di Helen Reddy che è veramente molto brava nel ruolo ed è un peccato che sarà il suo ultimo di rilievo per il cinema, la produzione voleva un'altra cantante australiana ben più famosa al tempo, Olivia Newton John ma credo che la Reddy non l'abbia fatta rimpiangere.

I personaggi di contorno sono ben caratterizzati, soprattutto l'aiutante del Dr Terminus interpretato da Red Buttons scuce più di una risata tanto che la mia scena preferita è quella in cui lui e Micky Rooney ubriachi si addentrano nella grotta dove è nascosto Elliot: i due veterani improvvisarono molto del loro dialogo con il quale Rooney descrive a Buttons le sembianze mostruose del drago ma Elliot non ha capito che stanno parlando di lui e si spaventa ogni secondo di più credendo ci sia un mostro feroce nella grotta.

I buoni sono sicuramente più riusciti dei cattivi che risultano un po' macchiette e poco minacciosi ma credo che questa fu una scelta ben precisa dei realizzatori e cioè privilegiare il divertimento, la famiglia Gogan soprattutto ha poco screen time ed ho come l'impressione che una parte introduttiva in cui venivano descritte le vessazioni subite da Pete sia stata sceneggiata ma mai girata anche perchè Shelly Winters si ruppe i legamenti di un ginocchio in una sequenza acrobatica, forse è proprio questo il motivo per cui la sua combriccola scompare per grandissima parte del film.

La carta vincente è comunque l'animazione e la caratterizzazione di Elliot che è davvero un personaggio memorabile che seppur bofonchiando si fa capire benissimo anche grazie alle interpunzioni di Pete, un po' come faceva Han Solo con Chewbecca e questo lo si deve molto alla collaborazione fra il regista Don Chaffey e il grande Don Bluth, anche se ogni tanto la resa dei disegni del drago risulta un po' opaca sui fondali chiari il design di Elliot è perfetto e sprigiona simpatia ogni momento in cui compare e badate bene che in origine si era pensato di non farlo mai apparire se non nell'ultima sequenza nel faro e credo che sarebbe stato un errore madornale, allo stesso tempo gli autori degli effetti speciali sono stati molto bravi a far funzionare le scene in cui Elliot è invisibile e abbatte palizzate e imprime la sua enorme sagoma sui muri delle case di legno di Passamaquoddy.

 

Visualizza immagine di origine Elliot ha appena sfondato il muro della scuola

 

 

Don Chaffey spinse molto perchè la regia fosse condivisa con Bluth nei credits ma la Disney si oppose e proprio per questo motivo Bluth abbandonerà la storica casa di produzione statunitense per fondarne una propria.

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