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O-Sen delle cicogne di carta

Regia di Kenji Mizoguchi vedi scheda film

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La recensione su O-Sen delle cicogne di carta

di steno79
7 stelle

"Orizuru Osen", conosciuto anche con il titolo inglese "The downfall of Osen", è un film poco conosciuto da noi di Kenji Mizoguchi, l'ultimo suo film muto girato nel 1935. La storia parla di una donna chiamata Osen che prende sotto la propria protezione un giovane, Sokichi, che per adempiere ad una promessa fatta alla nonna, vuole studiare da medico ma non ha i soldi per pagare gli studi. La donna è costretta a prostituirsi e si mette in affari con una gang di criminali che la sfrutta ma riuscirà a mantenere il suo protetto, almeno fino ad un certo punto, fino ad un incontro finale dopo tanti anni che preferisco non svelare.

Il film è girato muto ma la copia visibile reca sia le abituali didascalie, sia la narrazione, a quanto pare molto usata in Giappone durante il muto, del benshi, con l'accompagnamento di musiche selezionate dallo stesso benshi.

Tratto da un romanzo di Izumi Kioka, scrittore da noi poco noto ma a cui Mizoguchi si ispirò più volte, "Osen" è un melo' che già in questa prima fase propone tematiche sorprendentemente affini a quanto il maestro farà negli anni 50, suo periodo di massimo fulgore; tuttavia, bisogna pur dire che la narrazione del benshi finisce per appesantire un po' l'andamento della vicenda e costringe a leggere una grande quantità di sottotitoli, distraendo l'occhio dalle immagini. Poi anche il plot ha una struttura a flashback elaborata ma con alcuni snodi, soprattutto nella parte della gang di Kumazawa, che restano piuttosto oscuri, non spiegati in maniera sufficientemente chiara, tale da fare perdere qualcosa al film in termini di leggibilità. La composizione delle immagini invece è già affascinante e controllata, unita ad una serie di movimenti di macchina che testimoniano la maturità dell'arte del regista in una fase che meriterebbe sicuramente un approfondimento da parte dei suoi fan.

Sicuramente un film del genere va rapportato alla sua epoca e va giudicato all'interno del corpus dell'autore, di cui molti film muti sono andati perduti: la storia di Osen e Sokichi è ancora commovente, riesce a fare vibrare corde patetiche autentiche, in maniera non artefatta, tranne qualche passaggio un po' troppo "over the top" (soprattutto la cattura di lei nel prefinale), aiutato da una suggestiva fotografia di Minoru Miki e dalla vibrante interpretazione di una giovane Isuzu Yamada, che probabilmente è qui superiore al partner Daijiro Natsukawa, forse un po' vecchio per la parte soprattutto nelle scene dei flashback.

Voto 7/10

 

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