Regia di Paolo Borraccetti vedi scheda film
Iacopo Volpi, il telecronista RAI che seguiva la nazionale maschile di pallavolo coniò per i fortissimi atleti che la componevano l'espressione "Generazione di fenomeni" prendendo a prestito dal celeberrimo brano degli Stadio. La Nazionale di Julio Velasco (e poi Bebeto) dominò le competizioni internazionali nel decennio 1989/2000 al punto da essere eletta "Migliore squadra del secolo" dalla FIVB (Fédération Internationale de Volleyball) ed inserita nella "Hall of fame" del Volley nel 2002. Quella che era un' espressione scaturita dall'entusiasmo per il secondo successo mondiale avrebbe identificato negli anni successivi un vero e proprio fenomeno sportivo costruito da maestosi gesti tecnici, personalità prorompenti e pennellate di puro talento. l'Italia vinse 3 titoli mondiali consecutivi, 4 campionati europei, una Coppa del Mondo ed 8 edizioni della World League (su 11!) meritandosi tutto ciò che le è stato dedicato compreso il documentario diretto da Paolo Borraccetti, scritto dallo stesso regista assieme allo scrittore Filippo Nicosia. Un documentario nato dal desiderio di Andrea "Zorro" Zorzi, uno dei grandi della squadra, di celebrare una stagione irripetibile. C'è dunque una vena di malinconia in questa operazione che ha trovato la sua messa in onda lo scorso luglio su RAI3 ma vi è anche la possibilità di sentire i grandi campioni del passato e l'allenatore filosofo Julio Velasco che fu l'artefice di una crescita esponenziale della squadra, trasformata "in pochi mesi di lavoro" da Cenerentola a principessa.
Zorro ottiene per l'occasione il contributo del leggendario coach e di alcuni compagni di squadra che raccontano gli aspetti meno noti e più pittoreschi di un team che seppe vincere perché capace di adattarsi ad imprevisti e situazioni complicate. Dai topi dell'hotel moscovita alla terribile cucina dell'est Europa passando per le orrende palestre del blocco sovietico fino agli scomodissimi voli in classe economica che portarono la nazionale il più lontano possibile dall'Italia per maturare e costruirsi una mentalità vincente. Velasco amalgamò un gruppo in gran parte coeso dalle nazionali giovanili e prese decisioni scomode ma furono i ragazzi i protagonisti di vittorie ed amare sconfitte come quelle patite dai Paesi Bassi a Barcellona '92 e Atlanta '96.
Velasco ricorda orgoglioso i trofei e le vittorie ma anche la capacità di rialzarsi dopo una dura sconfitta e perseguire nuove vittorie che saziassero una fame inestinguibile.
Fefè De Giorgi che da coach ha vinto il mondiale 2023 sulla panchina azzurra (il quarto!) gioca la sua singolare partita. Giullare alla corte di Velasco e Bebeto intervalla i ricordi sportivi con gli aneddoti più divertenti dando alla narrazione un tono meno solenne. Momenti di commozione per i compianti Michele Pasinato e Vigor Bovolenta si inseriscono nella narrazione sportiva punteggiata dalla disperata rassegnazione nella voce di Samuele Papi e Andrea Giani per una ricezione imperfetta ed una schiacciata finita sull'asticella. Sulle delusioni olimpiche prevale, tuttavia, lo sguardo fiero di chi scrisse una pagina importante dello sport.
Dal punto di vista tecnico il documentario di Borraccetti percorre la linea del tempo e della memoria collettiva alternando le immagini di repertorio ai filmati realizzati con la telecamera di Paolo Tofoli. Nel mezzo entrano ed escono dalla studio i giocatori che giocarono in nazionale dando quindi il senso dei cambiamenti che nel corso degli anni furono apportati alla rosa. Questo andare e venire è sicuramente una parte pregevole della narrazione mentre il racconto di Papi e Giani di quella sciagurata ricezione che costò l'Olimpiade, intervallato dai rallenty della telecronaca e dei gesti tecnici sul campo, resta la parte più emozionante e drammatica, sportivamente parlando.
Per gli amanti della pallavolo "Generazione di fenomeni" è un documentario imprescindibile. Per tutto gli altri un'occasione ghiotta di ricordare il passato e, perché no, ragionare sulla pressione esercitata al giorno d'oggi dai media e dai social. Velasco si prese responsabilità enormi come silurare Andrea Lucchetta dopo le Olimpiadi di Barcellona o lasciare a casa Fabio Vullo nonostante fosse il suo palleggiatore a Modena prima dell'avventura nazionale. Avrebbe portato comunque al successo la pallavolo maschile in tempi di infinite polemiche social?
Godendo dei retroscena rimasti tutto sommato "privati" della nazionale di allora si finisce per interrogarsi su questo e persino sul cinema e sulla sua funzione. I documentari che verranno realizzati in futuro sulla nostra contemporaneità riusciranno a dire qualcosa che i social network non abbiano già messo in piazza si da ora?
RaiPlay
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