Regia di Keith Fulton, Louis Pepe vedi scheda film
Un film più interessante che bello. Ed era naturale, trattandosi di una specie di documentario. In realtà doveva originariamente essere un making of di una rielaborazione delle vicende di Don Chisciotte, fatta propria dal regista Gilliam secondo la sua estetica immaginifica e roboante. In realtà la lavorazione si trasforma in una rincorsa contro il tempo, inteso sia come eventi atmosferici sia come cronologia. Prima infatti un fortunale si abbatte sul set distruggendo gran parte dei macchinari e trasformando irrimediabilmente le location originali; poi il protagonista Jean Rochefort dà forfait a causa delle sue condizioni di salute che non gli permettono di stare a cavallo. E Gilliam, che già si era imbarcato nell'impresa sapendo che i soldi non sarebbero bastati per girare il film che aveva in mente, si trasforma in una specie di Don Chisciotte che tenta ugualmente di portare avanti il film, scontrandosi contro i mulini a vento rappresentati da produttori e compagnie assicurative. Il film ci mostra la rabbia, la frustrazione e la rassegnazione del personale, nel quale figurano diversi italiani, tra i quali la solvayna oscarizzata Gabriella Pescucci. Ma soprattutto ci fa conoscere cosa ci sia dietro il grande schermo, il lavoro e anche i rischi da affrontare prima di poter fornire i rulli di pellicola alle sale cinematografiche, e le difficoltà cui possono andare incontro anche le grandi produzioni. E purtroppo talvolta ci sono film che non vedranno mai la luce, e credo proprio che quello di Gilliam sia uno di questi.
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