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L'altra faccia di mio marito

Regia di Danny J. Boyle vedi scheda film

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La recensione su L'altra faccia di mio marito

di PC1979
3 stelle

L’altra faccia di mio marito: Un mistero che non lascia il segno

Il film L'altra faccia di mio marito è l'ennesimo thriller targato Lifetime che cerca di mescolare mistero, inganni e tensione psicologica con un risultato altalenante. Diretto da Danny J. Boyle e scritto da Taylor Warren Goff, il film segue la vicenda di Katrina (Koko Marshall), una donna che, dopo la scomparsa del marito Heath (Thomas Gipson) durante una gita in kayak, inizia a sospettare che l'uomo tornato a casa non sia chi dice di essere. Nonostante un incipit intrigante e un paio di colpi di scena ben orchestrati, il film non riesce a mantenere il ritmo e finisce per annaspare tra cliché e incongruenze narrative.

Un mistero poco misterioso

Il punto di partenza del  film L'altra faccia di mio marito è senza dubbio interessante: Katrina, decisa a ricostruire il rapporto con il marito, lo invita a un'uscita in kayak. Dopo una lite, Heath scompare, e tutti lo credono morto. Qualche tempo dopo, la donna crede di rivederlo in città e, quando finalmente l'uomo viene ritrovato e ricoverato, qualcosa in lui non torna. La memoria incerta, i piccoli dettagli discordanti e una misteriosa donna che mette in guardia Katrina sulla vera identità del marito creano un'atmosfera da thriller psicologico che, purtroppo, si sgonfia velocemente.

Il problema principale risiede nella gestione della tensione: gli eventi si susseguono in maniera prevedibile e senza un reale senso di pericolo. La rivelazione che Heath aveva un gemello malvagio separato alla nascita – un'idea che avrebbe potuto essere gestita con più cura – viene sfruttata in modo approssimativo, e il climax del film appare forzato e poco credibile. Anche il twist finale, che vede il complotto architettato per sottrarre alla protagonista le sue azioni aziendali, appare debole e poco coinvolgente.

scena

L'altra faccia di mio marito (2023): scena

 

Un cast sottotono e una regia scolastica

Koko Marshall fa del suo meglio con il materiale a disposizione, ma il suo personaggio non riesce mai a emergere veramente, limitandosi a incarnare il solito stereotipo della moglie in pericolo che nessuno crede. Thomas Gipson, dal canto suo, non ha abbastanza spazio per rendere il doppio ruolo di Heath e Jacob davvero inquietante. La regia di Boyle si limita a seguire le regole basilari del genere, senza guizzi particolari né momenti davvero memorabili.

A livello tecnico, il film L'altra faccia di mio marito è un prodotto confezionato con professionalità, ma senza particolare personalità. La fotografia è anonima, la colonna sonora prevedibile e i dialoghi spesso banali. Non aiuta il fatto che la sceneggiatura si affidi a troppe coincidenze e spiegazioni affrettate, rendendo la narrazione più frustrante che intrigante.

Una storia (non) vera

Per chi si chiede se il film L'altra faccia di mio marito sia ispirato a fatti reali, la risposta è no. Sebbene il tema dell'inganno e dell'usurpazione d'identità abbia riscontri nella cronaca, il film è interamente frutto della fantasia dello sceneggiatore Taylor Warren Goff.

L'altra faccia di mio marito aveva il potenziale per essere un thriller avvincente, ma si perde in una narrazione prevedibile e una tensione che non riesce mai a decollare. Con una trama che cerca di sorprendere senza mai riuscirci davvero e un cast che non riesce a imprimere profondità ai personaggi, si rivela però un'occasione mancata. Se siete fan dei thriller Lifetime e vi accontentate di un intrattenimento leggero, potrebbe valere una visione distratta. Per tutti gli altri, meglio guardare altrove.

 

 

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