Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
La vità di Yumiko è segnata da due gravi lutti: la perdita della nonna e la misteriosa ed improvvisa morte del marito rimasto ucciso sotto un treno. Yumiko e suo figlio infante proveranno a rifarsi una vita: la giovane madre si sposa con Tamio e andranno a vivere in una piccola città costiera lasciando la città.
Moborosi è il titolo occidentalizzato della opera pima di Hirokazu Kore'eda, Maboroshi no hikari letteralmente traducibile in “Luce fantasma”, tratto dalla raccolta di racconti Bagliori fatui(Hotarugawa) del 1978 di Teru Miyamoto.
Kore’eda espone l’elaborazione di un lutto che cresce nel dolore di una morte inspiegata e che impedisce a Yumiko di voltare pagina.
L’autore imposta l’opera in un stile particolare con una messa in scena essenziale che ricorda un po’ la maniera di Yasujiro Ozu contaminata da un ermetismo assimilabile a Hou Hsiao-hsien o Wong Kar-wai.
Il risultato è un opera che raggiunge la forza espositiva sottraendo invece di aggiungere, attenuando invece che enfatizzare: I tempi sono dilatati nei silenzi carichi di nostalgia e dolore che sovrastano i gesti quotidiani.
La scelta delle inquadrature consolida questo concetto dove anche nei momenti di drammaticità i primi piani sono assenti, negli interni predilige il Totale o la Figura Intera, negli esterni addirittura i Campi Lunghi e Lunghissimi ottenendo come risultato quella sensazione di vuoto, di “perdita di sé” dovuto ad un lutto così forte.
Un film di grande eleganza sia nello stile narrativo che di messa in scena, fotografia e musiche eccellenti che raffinano la bellezza delle immagini (e la sequenza della processione con la neve che comincia a cadere è di una bellezza disarmante). Un opera prima di grandissima fattura.
Voto:9
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