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Giurato numero 2

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Giurato numero 2

di port cros
8 stelle

Alla sbalorditiva età di 94 anni Clint Eastwood non si è ancora stancato di regalarci perle e anzi con questo Giurato n. 2 gli riesce la sua opera migliore degli ultimi otto anni, soprattutto perché arriva dopo il deludente Cry Macho , dove la sua presenza ormai nonagenaria di attore protagonista non giovava al film .

 
Il giovane giornalista Justin Kemp, con un passato da alcolista ma un promettente presente da padre di famiglia in attesa con la moglie del primo figlio, viene chiamato ad adempire il dovere di giurato presso il Tribunale di Savannah in un caso di omicidio in cui un uomo dal passato controverso è alla sbarra con l'accusa di aver ucciso la moglie, con cui era stato visto litigare in un bar la sera prima che il corpo martoriato della donna venisse ritrovato sul ciglio di una strada. Tuttavia Justin, assistendo alla ricostruzione in aula delle circostanze del delitto, si rende conto con orrore che potrebbe essere stato lui stesso a porre involontariamente fine alla vita della vittima, investita in quella ferale notte di pioggia torrenziale mentre rientrava a casa dallo stesso bar e credeva di aver colpito un cervo.
 
Il protagonista deve affrontare un dilemma morale : denunciarsi rovinandosi la vita o lasciare che un uomo innocente venga condannato all'ergastolo? E come usare il potere che gli viene dall'essere un membro della giuria che deve esprimersi sul caso? Per chiuderlo con una condanna che sancisca una verità giudiziaria ed un colpevole alternativo che lo metteranno per sempre al riparo da ulteriori indagini? Oppure almeno risparmiare ad un innocente il carcere in sua vece convincendo gli altri giurati che non vi sono prove sufficienti per condannare il marito e sperando che la morte della ragazza rimanga un mistero insoluto?
 

Nicholas Hoult, J.K. Simmons, Leslie Bibb, Chikako Fukuyama, Adrienne C. Moore, Drew Scheid, Hedy Nasser

Giurato numero 2 (2024): Nicholas Hoult, J.K. Simmons, Leslie Bibb, Chikako Fukuyama, Adrienne C. Moore, Drew Scheid, Hedy Nasser

 
I giurati arrivano al momento della discussione con un'opinione già formata nel corso del dibattimento, che per quasi tutti è colpevolista, basata sul pregiudizio verso i precedenti penali dell'imputato ed anche sulla volontà di chiudere il prima possibile per tornare alle proprie occupazioni quotidiane, e sarebbe facile per Justin assecondare gli umori già prevalenti. Ma il senso di colpa gli impone di provare a ribaltare la soluzione più facile. Tuttavia sollevando dubbi rischia che emergano ipotesi alternative che potrebbero condurre alla compromettente verità. Il conflitto è soprattutto interiore tra il richiamo dell'etica e quello dell'autoconservazione, il senso di colpa che tormenta e la paura di finire alla sbarra e in galera.
 
La sceneggiatura di Jonathan Abrams confeziona un appassionante legal thriller che ribalta con intelligenza diversi luoghi comuni del genere. Lo spettatore è portato a identificarsi con Justin e chiedersi cosa avrebbe fatto al suo posto ed anche a giudicare le sue scelte, che si fanno sempre più ciniche ed egoiste man mano che il rischio di essere scoperto diventa più concreto. Aiuta il fatto che il protagonista non è un eroe dalla specchiata rettitudine morale, ma un essere umano pieno come tutti noi di limiti e contraddizioni : un uomo qualunque, una persona onesta e rispettosa della legge nella vita quotidiana , che ha combattuto e vinto contro la sua dipendenza , e che proprio nel momento in cui è chiamato a giudicare un suo concittadino si rende conto di aver egli stesso compiuto un crimine. 
 
Clint costruisce con perizia un film-ragionamento che ci fa interrogare sui limiti e gli errori del sistema giudiziario, dalla ricerca di un colpevole ad ogni costo e quindi del più "facile" , dalle indagini viziate dai confirmation biasin cui cerca la prova che conferma quel che già si pensa,  ai testimoni facilmente influenzabili seppur in buona fede, dalle indagini medico legali che non portano sempre alla verità. Ripetutamente inquadra la statua della Giustizia, bendata e con la sua bilancia oscillante, che si trova di fronte al Tribunale, facendoci chiedere cosa faccia pendere da una parte o dall'altra i suoi piatti. Il solido ed essenziale  courtroom drama  conferma ancora una volta la classicità del cinema di Eastwood, che tributa un omaggio sentito a La Parola Ai Giurati di Sidney Lumet , con la sala in cui si riunisce la giuria e la prima riunione dei giurati con un solo innocentista ricalcano quasi esattamente la scena corrispondente del capolavoro di Lumet.
 
Nicholas Hoult convince in tanti primi piani che esprimono il tormento interno che divora l'animo del protagonista mentre deve mantenere una facciata di imperturbabilità . Toni Collette è bravissima nel ruolo della procuratrice Faith Killebrew , che persegue la verità e la giustizia per le donne vittime di violenza domestica e nello stesso tempo è candidata come procuratrice distrettuale, con un occhio a come una vittoria in questo caso possa favorire la sua elezione. Rimane impresso il loro dialogo sulla panchina in cui il giovane in un disperato appello cerca di convincerla che «a volte la verità non è la giustizia», così come lo scambio di sguardi nell'ultima inquadratura, quando la giustizia inesorabilmente bussa alla porta.
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