Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un inossidabile Clint Eastwood per una riflessione sempreverde sulla giustizia.
All'impressionante età di novantaquattro anni, il regista e star del cinema (non solo) americano Clint Eastwood porta sullo schermo una sceneggiatura di Jonathan Abrams incentrata sul mondo della legge. Il giovane Justin Kemp (Nicholas Hoult), in procinto di metter su famiglia, viene chiamato a fare il giurato in un caso di omicidio ma più i fatti vengono raccontati più si convince di essere in realtà egli stesso il colpevole. L'uomo sotto processo con l'accusa di aver ucciso la fidanzata rischia anni di galera e Justin dovrà presto o tardi decidere cosa sia giusto fare, eticamente e legalmente. Il cast comprende, oltre a Hoult, Toni Collette, J.K. Simmons, Kiefer Sutherland, Zoey Dutch, Chris Messina, Francesca Eastwood e tanti altri. Il film è stato in parte prodotto dallo stesso regista tramite la sua Malpaso Productions.
Clint Eastwood sarà anche anziano ma è estremamente lucido e onesto nella sua analisi cinematografica del sistema di giustizia statunitense, che in Giurato numero 2 viene dipinto come molto lontano dall'ideale di perfezione che troppo spesso si immagina, tanto in America quanto nel resto del mondo. L'universo giudiziario a stelle e strisce è costellato di figure ambigue e talvolta contraddittorie, è luogo di pregiudizio, di inosservanza delle regole, di menefreghismo, di arrivismo, dove il soggettivo rischia di prevalere sull'oggettivo e nessuno è realmente senza peccato. Guardando il film si ha come l'impressione che non vi siano reali innocenti e che i tribunali, le giurie, gli avvocati e i testimoni non siano altro che parte di un grande meccanismo che può scricchiolare e cadere da un momento all'altro. La legge e la giustizia degli uomini non potranno mai essere perfette proprio perché sono fatte dagli uomini stessi, che sono in definitiva passionali, deboli, codardi, diffidenti e bugiardi ma sempre mossi da sentimenti che li rendono speciali anche nelle proprie brutture, le quali non potranno non riflettersi nella burocrazia legislativa che dovrebbe tutelarli. Siamo umani e sbagliamo, questo è ciò che Eastwood vuole comunicarci con la sua (forse) ultima pellicola ma c'è anche di più. Fare la cosa giusta non significa sempre fare ciò che è meglio per noi e prima o poi potremmo essere chiamati a scegliere. Una bella anche se triste lezione di vita che ci viene impartita attraverso una regia delicata, una sceneggiatura non esente da difettucci ma ben strutturata e credibile, che peraltro prende molto dal capolavoro di Sidney Lumet La parola ai giurati, e un'interpretazione collettiva degli attori che soddisfa lungo tutta la visione. Ritmato e mai noioso, Giurato numero 2 è l'ennesimo prodotto di un uomo nato per fare cinema, che non smette di creare ottimi film anche in età (molto) avanzata.
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