Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Opera forse conclusiva di una lunghissima carriera registica, "Giurato n.2" è un legal thriller che riflette pirandellianamente sull'impossibilità di conoscere la verità e sul conflitto di coscienza relativo alla giustizia, di cui qui si fa un uso decisamente strumentale.
Clint Eastwood è un attore/regista che a 94 anni probabilmente non ha più nulla da dimostrare, negli ultimi anni non sempre ha dato prove convincenti (in particolare con "Cry macho"), ma qui torna al meglio della sua forma registica con un film apparentemente di genere, ma che in realtà propone tematiche dalle implicazioni profonde e inquietanti, che si ricollegano direttamente al suo "Mystic river". La sceneggiatura sicuramente tiene d'occhio e omaggia un classico del film processuale e incentrato sulle decisioni dei giurati come "Twelve angry men" di Sidney Lumet, ma poi prende una direzione tutta sua, pur mantenendo una componente dialogica piuttosto fitta, ma senza la struttura teatrale del classico del 1957, ma con molte scene anche in esterni e un sapiente gioco di flashback.
La confezione è molto accurata e resta nelle coordinate predilette dal regista, quelle di un cinema classico dal respiro morale ma non moralistico, che mostra la crisi di istituzioni fondanti come la Giustizia, ma ci propone anche un caso criminal-giudiziario che finisce per coinvolgere lo spettatore, chiamato ad interrogarsi sulla liceità del comportamento del protagonista. La colpevolezza o meno di fronte a un atroce delitto che però, col progredire delle indagini, finisce per assumere una fisionomia ben diversa da ciò che sembrava all inizio, è inserita in un'opera di dialettico rigore, di calcolata tensione e suspense sul possibile scioglimento della vicenda. Pienamente convincente la prestazione attoriale di Nicholas Hoult, che rende con bravura l'ambiguità del personaggio, insieme ad una Toni Collette di forte risalto nella parte dell'avvocato dell'accusa e un Chris Messina che fa piacere rivedere come avvocato della difesa.
Se dovesse essere l'addio al cinema di Eastwood, sarebbe certamente un addio onorevole. Voto 8/10
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