Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Justin Kemp (Nicholas Hoult, strepitoso: nei suoi occhi c'è tutto il tormento del suo personaggio), trentenne prossimo alla paternità, con un passato difficile e un grosso trauma alle spalle, viene chiamato a fare parte della giuria popolare che dovrà stabilire il verdetto su un presunto caso di omicidio: quello di una donna che, secondo l'accusa, sarebbe stata assassinata dal suo ragazzo (Basso), un individuo dal passato poco raccomandabile. Ma Justin, durante il processo, scopre che a uccidere accidentalmente quella ragazza è stato proprio lui, credendo di avere investito un cervo. Come salvare l'uomo sul banco degli imputati senza essere accusato di omicidio stradale?
A 94 anni Eastwood firma l'ennesimo capolavoro, un legal movie che sembra prendere spunto da La parola ai giurati di Lumet, per farne un dramma di grande complessità, nel quale il tema della colpa e quello della morale toccano le coscienze non solo del protagonista, ma anche dell'accusa - una donna volitiva prossima a un incarico di procuratrice distrettuale (Collette) - e di un poliziotto eccessivamente zelante (Simmons). Scritto da Jonathan Abrams, il film propone ancora una volta - con uno stile classicissimo, da cinema adulto dove a contare è soprattutto la storia, magnifica - i topoi tipici del cinema di Eastwood: il singolo come emblema di una società intera che deve fare i conti con scelte delicatissime (come spessissimo è accaduto nei suoi film, da American Sniper a The Mule, per stare alla produzione più recente) e quello della verità che, come da anagramma, può essere tanto relativa quanto rivelata. E lo fa con una sceneggiatura thriller impeccabile, degna di Hitchcock, che accompagna lo spettatore nel giardino del bene e del male dove non esiste un mondo perfetto, con una direzione degli attori (in un cast all-stars) come sempre superba. Il finale, memorabile, non può lasciare a ciglio asciutto: se davvero questo dovesse essere l'ultimo film di Eastwood, sarà anche la fine del miglior cinema che abbiamo mai visto.
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