Regia di Chang Cheh vedi scheda film
Prodotto dalla shaw brothers, è il quarto e ultimo capitolo della saga sullo spadaccino monco con David Chiang al posto di Wang Yu dopo LA SFIDA DEGLI INVINCIBILI CAMPIONI, MANTIENI L' ODIO PER LA TUA VENDETTA e lo spin-off ZATOICHI MEETS THE ONE ARMED SWORDSMAN. Questo, pur non presentando nessun collegamento coi precedenti, è sicuramente il migliore grazie alla regia e alle scenografie particolarmente curate e ancor oggi molto apprezzabili nella versione restaurta e all' ottimo cast, che include gli onnipresenti Ti Lung e Ku Feng oltre al nuovo protagonista David Chiang. Inoltre, pur restando sul wuxia ancora influenzato dal chambara giapponese, i combattimenti sono decisamente più spettacolari e cinetici delle numerosissime pellicole del genere degli anni precedenti; da qui a seguire il regista Chang Cheh passerà infatti ai film di kung fu puro. La storia vede Chiang nel ruolo di Lei Li , un abile spdaccino che terrorizza i malviventi del posto. Dopo aver perso un combattimento col capobanda Su Wong ( Ku Feng ) Li viene costretto a tagliarsi il braccio destro in modo che non possa mai più utilizzare la sua spada. Amputato dell' arto, Li viene assunto come sguattero in una taverna dove suscita l' interesse della figlia del proprietario, che lui però non si sente all' altezza di ricambiare a causa del sua disabilità. Un giorno, alla taverna giunge un abile guerriero ( Ti Lung ) che stringe amicizia con Li. Quando anche lui viene ucciso con l' inganno al castello del malvagio Wong, Li ritrova la fiducia in se stesso e deicde di vendicarlo... Molto sopra le aspettative, questo LA MANO SINISTRA DELLA VIOLENZA è un film a tratti poco credibile e perfino involontariamente comico, ma nel complesso mostra una drammaticità elevata con delle atmosfere e una recitazione difficilmente eguagliabili neglii speculari film dell' epoca. Ottime poi le scene di combattimeto di massa dove ben risalta lo stile del coereografo Liu Chia Liang, molto riuscito anche lo scontro finale sul ponte del castello tra David Chiang e Ku Feng. Per gli appassionati è un titolo da non perdere che conserva un discreto fascino anche dopo i 40 anni trascorsi
Ottima
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