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Kes

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Kes

di mm40
8 stelle

Dimenticate la swingin' London, immediatamente; dopo Poor cow, Loach offre un altro ritratto impietoso delle difficili (subumane, a tratti) condizioni di vita della più povera working class inglese alla fine dei 'meravigliosi' Sixties. La storia di Billy e del suo falchetto Kes, tratta da un romanzo di Barry Hines (anche sceneggiatore, insieme al regista e al produttore Tony Garnett), è toccante, ben scritta, assolutamente coinvolgente; ma la forza di Loach come narratore già qui, al suo secondo film, si dimostra un espediente per trascinare lo spettatore in una riflessione ben più complessa sul contesto in cui l'azione si sviluppa. Chiave di lettura dell'opera tutta può essere la scena in cui il preside (un uomo fra i 50 e i 60 anni) sgrida un gruppetto di alunni sorpresi a fumare; le sue parole sono quelle di un uomo provato dalla fame e dalla miseria della seconda guerra mondiale (e del dopoguerra), che si è dovuto costruire una vita da solo, a testa bassa, andando incontro a fatiche, negazioni, sofferenze, e che ora scarica tutta la sua rabbia e la sua frustrazione sui figli del benessere, sui ragazzini nati in epoca di pace e di sviluppo economico. Eppure per Billy e per i suoi coetanei la vita non è certo un parco giochi: anzi, neppure nel gioco (si veda la scena della partitella di calcio) c'è un po' di soddisfazione, di gioia per loro. Gli unici sorrisi del ragazzino provengono dalla compagnia di Kes, il falchetto a cui vuole più bene che a un essere umano (lo borbotta in classe in risposta a una battuta di scherno di un compagno), anche perchè gli esseri umani che lo circondano potranno anche essere, ma certo non hanno granchè di umano. In questo film fa un'ottima figura un cast di esordienti o semisconosciuti (David Bradley e Freddie Fletcher, debuttanti, troveranno fortuna nella tv inglese), a dimostrazione delle capacità di Loach di dirigere gli interpreti; da sottolineare il bel finale, quieto eppure per nulla consolatorio, ma d'altronde questo aggettivo non fa parte del repertorio del regista inglese. Alla luce della lettura che quest'ultimo dà dell'età dell'adolescenza, Kes può essere visto anche come una rilettura 'alla Loach' dei 400 colpi di Truffaut. 8/10.

Sulla trama

Billy, ragazzino inglese della working class, non ha un padre, ha una madre molto chiacchierata in città e un fratello maggiore minatore che lo maltratta; a scuola il preside è violento, gli insegnanti sono burberi e perfino il mister della squadretta di calcio in cui gioca è un vero tiranno. L'unica consolazione per Billy è un falchetto, Kes, che custodisce nel capanno in giardino.

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