Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Piero (Leo, lunare) e Lara (Fogliati, solare, ma già vittima di un evidente type casting) sono al loro primo appuntamento. Lui è divorziato, con figlia a carico non batte chiodo da diversi mesi. Lei ha tenuto sempre la giusta distanza nelle relazioni precedenti, è frizzante, ha il lapsus facile e ha avuto l'ardire di invitarlo a casa sua. Durante la serata, nelle menti dei due quarantenni si agitano pensieri manovrati dalla razionalità (Giallini per lui, Pandolfi per lei), dall'istinto (Santamaria/Fanelli), dalla follia (Papaleo/Giannetta) e dal sentimentalismo (Lastrico/Puccini).
Nelle dichiarazioni pubbliche Paolo Genovese lo ha negato, ma il film - il migliore del regista romano dai tempi di Perfetti sconosciuti - sembra la versione in carne e ossa di quel capolavoro che fu Inside Out, il vertice toccato dalla Pixar nel cinema d'animazione. Qui il meccanismo - apparecchiato come un kammerspiel mentale con una cucitura impeccabile tra il dentro e il fuori - funziona e ha momenti esilaranti (Piero che cerca la parola giusta e, nella stanza dove i quattro manovrano i suoi meccanismi mentali, si produce una frenetica ricerca all'interno di un'enorme cassettiera), ma lo sbilanciamento tra l'inside e l'out è tutto a favore del primo, mentre lo scorrere della serata tra i due neoamanti si dipana su molti luoghi comuni e qualche tentativo di trovata spiazzante. Finale (con gran raduno) in flessione verticale, ma la scena dell'orgasmo femminile non soltanto basta a giustificare la spesa del biglietto, ma merita di diventare un punto fermo nei manuali di come si fa il cinema.
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