Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
VOTO 7/8 DECISO (Tv 18 Settembre 2011) El Cochecito parte come un film sulla terza età per poi trasformarsi in un duro apologo sulla condizione umana, rivelando uno dei grandi autori del cinema europeo del dopoguerra. Don Anselmo incarna molte problematiche della senilità: il fatto di essere a carico della propria famiglia, l'indipendenza, il passato, il ricordo dei defunti, le prospettive future. Ma poi la traccia di emancipazione senile si contamina di elementi psicologici ed esistenziali, che fanno capo alla società dei consumi (anomala e interessante l'ambientazione nella Spagna franchista a cavallo dei 50/60), condizionando la scelta del singolo individuo, dove il possedere si confonde con l'essere. E così l'elemento nero è perfetto, il tono di fondo cambia e lo spettatore rimane disorientato, ma non c'è morale, il finale è pessimista ma non contiene prediche. Ferreri come al solito va oltre, rappresentando una storia per poi lasciare il giudizio al pubblico, giocando con il surreale e l'acidità di alcune situazioni senza mai indietreggiare neanche di un millimetro.
"Nell'anno 2000 nessuno farà più utilizzo delle gambe, tranne i calciatori naturalmente, tutti andranno in automobile!"
Anticipatore!
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