Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Seconda esperienza cinematografica di regia di Marco Ferreri e sempre in terra spagnola, con l’appoggio, e non solo materiale, di Rafael Azcona, con cui avrà una sua bella collaborazione, che formerà la sua personalità in maniera precisa e singolare nel nostro panorama cinematografico. Qui affronta una storia da un racconto di Azcona, come è successo con il primo film; una storia simpaticamente acida, che ci fa vedere una famiglia in preda ai propri egoismi del quotidiano, dove il vecchio padre si arrampica al sogno di comprarsi una carrozzella, appunto il cochecito, che lo renda autonomo e vivo nella vita a cui lui vuole partecipare. Questa voglia di libertà lo frappone contro il figlio, che non vuole che il padre faccia debiti per avere questo oggetto non necessario, dato che può camminare normalmente e non come chi lo acquista per necessità. Il sogno di averlo scaturisce nel vecchio la volontà assoluta di avere il mezzo, da cui non riesce a dissociare la sua volontà di libertà, e quindi tutto questo porta a dissidi sempre più forti, messo alle stretto l’anziano sceglie la strada del delitto, senza mai arrivare ad un pensiero maledettamente concepito, tanta è l’esasperazione a cui è ormai arrivato, ma naturalmente la società non potrà perdonarlo, anche se lui non darà mai il giusto spessore drammatico all’accaduto. Egoismo? Non direi, dato che fuori della famiglia il vecchio è più che altruista e lo dimostra in diversi modi, ma i legami di famiglia sono altra cosa, sono quelli che scaturiscono i veleni e le costrizioni affettive che opprimono e falsano le realtà di una convivenza. Singolare ed in tema con la storia che si racconta, le musiche firmate da Miguel Asins Arbo sono di una leggerezza rara, che sottolinea appunto tutto il registro del film. Tema piuttosto attuale direi, visto quello che succede giorno per giorno nelle famiglie, e la cronaca ce lo testimonia tutti i giorni. Un esempio tipico di un regista che vede crescere il suo pensiero dopo cinquant’anni dalla realizzazione, e quindi determinare la grandezza di un personaggio come Ferreri.
una storia descrittta con leggerezza e sta tutto qui il senso
una bella idea di quello che sarà il suo cinema
insopportabilmente umano
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