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El Cochecito

Regia di Marco Ferreri vedi scheda film

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La recensione su El Cochecito

di steno79
8 stelle

"El cochecito" è il terzo e ultimo film realizzato da Marco Ferreri in terra di Spagna, è uno dei suoi tipici attacchi alla borghesia attraverso una vicenda paradossale, quella di un uomo ormai anziano che è trascurato da figli e nipoti ma trova amici in un gruppo di invalidi che per muoversi utilizzano delle carrozzelle a motore, e per stare con loro don Anselmo decide di comprare a tutti i costi questo "cochecito", mettendosi contro i propri familiari, in particolare il figlio. 

Scritto con Rafael Azcona e a quanto pare tratto da un suo racconto, il film è un riuscito esempio di commedia nera, con uno humour di marca iberica che spesso va a segno, mostrando con occhio disincantato la falsità di molte convenzioni sociali e dei rapporti familiari che si basano su di esse. Si tratta già di una pellicola eversiva e anarchica, per quanto non si arrivi all'attacco frontale durissimo che fece Bunuel con Viridiana ai pilastri della Spagna franchista, un apologo in qualche modo amaro e ovviamente arrabbiato ma che spesso indovina gag sul filo dell'assurdo. La filiazione bunueliana è evidente ma comunque non ingombrante e Ferreri già in questa fase giovanile mostra di possedere una propria cifra stilistica e di saper mettere a frutto le idee originali e un po' folli offerte da Azcona, che rimarrà al suo fianco anche per molti dei film successivi.

Nel cast è certamente da elogiare l'apporto dell'anziano José Isbert nella parte di don Anselmo, attore la cui maschera risulta qui fortemente espressiva secondo i voleri del regista, mentre fra i caratteristi si nota soprattutto José Luis Lopez Vasquez che aveva figurato già nel Pisito e che si avviava a diventare uno fra gli attori spagnoli più famosi della sua generazione.

Un film che mi risulta amato dai cinefili spagnoli ancora al giorno d'oggi, non una delle vette più alte di Ferreri ma un'opera sagace, permeata da una visione del mondo decisamente aspra, che strappa anche risate, ma nel complesso lascia l'amaro in bocca, con una netta presa di distanza dal Neorealismo e un'apertura ad atmosfere surreali e grottesche che saranno preponderanti nelle opere a venire.

Voto 8/10

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