Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Medea è la testimonianza,se ce ne fosse bisogno ulteriore, dell'amore del cineasta danese verso l'illustre compatriota Dreyer e di quanto si ispiri a lui nella sua opera.L'esteta compulsivo Von Trier riprende un copione mai realizzato per problemi economici di Dreyer e lo realizza con uno stile riconducibile a quello del maestro.Estremo rigore formale,quasi da cinema muto,il senso della tragedia che incombe costantemente sulla protagonista che sembra quasi ripercorrere la solitudine di Giovanna D'Arco condannata al rogo.Un film quasi del tutto muto,nel segno di un femminismo militante e di un fatalismo che sfocia nel pessimismo cosmico.Sembra che sia Giasone il motore della tragedia,la mente.Medea il braccio.Perchè?E' tutta colpa di Giasone o Medea è anche impaurita dal futuro carico di incognite e apparentemente di negatività?Forse un po'tutto di questo.Anche se il copione è di Dreyer credo che sia inevitabile riandare con la mente alla versione pasoliniana,stilizzata come questa ma di segno inevitabilmente opposto.Von Trier cerca la forma classica,il cinema puro degli esordi della Settima Arte,Pasolini cerca un nuova rilettura della tragedia di Euripide anche a livello di impronta stilistica del film.E'affascinante pensare come da una stessa base di partenza si possano fare film totalmente diversi,neanche paragonabili tra loro.La Medea di Von Trier ha un ambientazione nordica,quasi da leggenda medievale scandinava ma non perde nulla della sua forza,anzi se possibile la figura centrale di Medea assume una forza ancora maggiore. Pur in genere preferendo Von Trier a Pasolini(ma si tratta di disquisizione puramente filosofica,parliamo sempre di grandissimi cineasti e non solo cineasti come nel caso di Pasolini,ma artisti a tutto tondo) stavolta mi sento di accordare la mia preferenza alla versione di Pasolini....
regia che si ancora al purismo del cinema degli albori
ottima prova
non male
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