Regia di Michal Gazda vedi scheda film
Un poliziesco avvincente ambientato nella Polonia della transizione tra Comunismo e Capitalismo. Storia solida, personaggi ben costruiti e un commissario che usa la psicologia per ottenere confessioni. Un mix unico di politica, tensioni sociali e indagini, con una regia e sceneggiatura impeccabili.
Uno dei migliori film polizieschi che abbia visto di recente. Ambientato nella Polonia della transizione tra il Comunismo e il Capitalismo, il contesto storico è perfettamente integrato nella narrazione, influenzando profondamente gli approcci della polizia ai problemi. Il film bilancia con maestria finalità politiche, indagini poliziesche e tensioni sociali, creando un mix unico e difficilmente replicabile.
Il punto di forza sono i personaggi, in particolare il commissario, che utilizza la psicologia per mettere pressione sui sospettati e ottenere confessioni. Questo approccio rende la storia avvincente, con una continua corsa contro il tempo. Alla fine, lo spettatore si chiede se il vero colpevole sia la situazione sociale e politica o le scelte delle persone stesse, riflettendo sulla tragedia collettiva della transizione polacca. Anche i protagonisti, dopo il caso, devono tornare alla loro triste quotidianità, fatta di problemi personali e familiari irrisolti. È una guerra tra poveri, dove i vincitori sono sempre gli stessi: i politici.
Nonostante si intuisca fin dall’inizio chi siano i responsabili e gli assassini, il film mantiene alta l’attenzione, scorrendo come un fiume. Questo dimostra la solidità della sceneggiatura e l’abilità di una regia capace, che riesce a coinvolgere lo spettatore fino alla fine.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta