Regia di Alessandro Galluzzi vedi scheda film
Un racconto intimo che ripercorre la vita dell’artista dalla nascita nel quartiere di Testaccio fino al successo degli anni Ottanta. Una voce meravigliosa che ha cantato, interpretato e amato Roma tanto quanto Roma ha amato lei.
Gabriella Italia 2024 la trama: Gabriella Ferri una grande cantante folk che ha saputo incarnare la vera popolana di Roma, una “testaccina”, donna sincera e molto amata per il suo modo di essere e la sua grande fisicità. La recensione: Una cantante, un’attrice, un’interprete, un clown, una vera donna di spettacolo, il simbolo di Roma , tutto questo ed anche molto di più è Gabriella Ferri, che con una personalità straripante , affascinante e carica di energia pura e verace , è riuscita, come nessuna, a incarnare l’anima della sua Roma. Il documentario “Gabriella”, di Giovanni Filippetto con la regia di Alessandro Galluzzi, è coprodotto da Red Film con Rai Documentari e Cinecittà. Un racconto intimo che ripercorre la vita di Gabriella Ferri dalla nascita nel quartiere di Testaccio fino al successo degli anni Ottanta. Dagli anni ’70, il successo discografico in Italia e in America del Sud, che ha fatto innamorare il pubblico con le sue canzoni romanesche e non solo. La ricordano, con affetto e malinconia , amici e colleghi come Luisella De Santis, Carlo Verdone, Tosca, Renzo Arbore, Syria, Pierfrancesco Pingitore, Pippo Franco il suo unico ed amato figlio visibilmente commosso, la nipote e tanti,tanti altri. Rai Documentari rende omaggio a Gabriella Ferri e alla sua eredità, che non è mai stata dimenticata. Viene ricordata anche con la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo del 1969 con “Se tu ragazzo mio”,scritta dal padre che aveva con Gabriella una grande complicità, canzone cantata in coppia con Stevie Wonder, che vide il trionfo di Iva Zanicchi con “Zingara” Dagli anni ’70 la voce di Gabriella Ferri è stata una voce iconica, grande protagonista del teatro “Il Bagaglino” diretto da Pingitore & Castellacci, dove seppe diventare la cantante principale assoluta protagonista della scena. Ero adolescente quando fui rapito da suoi due programmi di grande successo in una televisione italiana agli albori del colore sistema Pal: “Dove sta Zaza” e “Mazzabubu’” a metà degli anni settanta, per me i migliori della mia vita. Un documentario veramente molto ben fatto, malinconico e commovente e che ha il pregio di far conoscere meglio la grandissima artista che fu Gabriella Ferri a chi l’ha amata ed al pubblico giovane che non la conosce, perché non l’ha vissuta. Non è solo la storia di una folksinger, ma siamo noi, la storia del nostro paese, con le sue gioie ed i suoi dolori, gli attentati e le stragi ed il malessere covato nella popolazione italica di quel periodo storico. Il film termina con la tragica notizia divulgata dalla radio il giorno della sua morte e per rispetto non si accenna al mistero ancora aperto della sua fine, mai chiarito se fu incidente o suicidio, quel volo dal balcone. Questa rimane cronaca, ma quello che resta è la sua eredità di grande donna di spettacolo romana di nascita, ma cittadina del mondo e vanto culturale del nostro grande paese.
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