Regia di Park Jeong-mi vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19: SPECIAL SCREENINGS
Park Jeong-mi, qui alla sua prima regia, decide di raccontarsi nella sua singolare esperienza di vita che ha fatto seguito ad un periodo in cui si arruolò nell'esercito coreano, e poi si riciclò come impiegata dapprima in Corea, poi a Londra.
Proprio nella capitale inglese la ragazza, disamorata della propria professione, decide di abbandonare i ritmi tipici della vita cittadina e, armata di sola bicicletta presa a prestito da un'amico, intraprendere una vita da girovaga con una sola regola fissa: vivere e viaggiare senza utilizzare mai un centesimo. Armata di telecamera e di una innata capacità di adattamento e di un carattere socievole, pur senza mai risultare invadente, la giovane intraprende il suo viaggio dapprima attorno alla grande capitale, scoprendo che si può vivere di ciò che i negozi prima di chiudere si liberano per non buttare via e dunque non sprecare, una grande quantità di alimenti, che tutto paiono tranne che scarti.
Poi trova alloggio presso il proprietario di una chiatta sul Tamigi, che le offre asilo a patto che lei sorvegli l'imbarcazione nel suo periodo di assenza.
Poi la ragazza si trasferisce nella periferia, raggiungendo alcune comunità agricole biologiche e vivendo unicamente di cui che offre madre natura.
Da questa esperienza altamente formativa, la ragazza abbandona la bicicletta per affidarsi all'autostop che la farà viaggiare lungo tutta l'Europa continentale, diretta ad est, verso luoghi sempre meno abitati e quindi incontaminati, ma spesso circostanziati da clima severo e da condizioni disagevoli di vita.
Una donna sola piena di positività e coraggio, che incontra quasi solo persone buone e caritatevoli, se si escludono un paio di episodi davvero difficili e pericolosi, per fortuna sventati di ogni conseguenza.
Blanket Wearer è un film forte, toccante, pregno di argomentazioni che possono fare riflettere in modo limpido ed esemplare sulle contraddizioni e le incongruità che supportano una società moderna di stampo prettamente consumistico ed ossessivamente capitalistica, il cui liberismo rende soprattutto succubi di valori che allontanano dall'essenza di ciò che conta veramente.
Il film di Park Jeong-mi si eleva ad esemplare e limpido monito nei confronti di un agire di massa sconsiderato, improntato all'insegna della superficialità più fine a se stessa mossa in nome di un consumismo fine a se stesso che rende l'uomo moderno succube di oggetti di culto e comportamenti senza vero costrutto dati per inevitabili che sono frutto di bieche trame consumistiche in mano a scaltri speculatori ed inquinatori di un pianeta già da tempo malato ed in preda ad una crisi quasi irrecuperabile.
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