Regia di Georges Franju vedi scheda film
Uscito nel 1960, in coincidenza con altri film importanti per il genere horror come “Psycho” di Hitchcock e “L’occhio che uccide” di Michael Powell, “Occhi senza volto” di Georges Franju è una tappa importante per l’horror europeo. Franju era stato un grande regista di cortometraggi, fra cui il più famoso resta forse “Hotel des invalides”, mentre qui, al suo secondo lungometraggio, sceglie un cinema “di genere” piuttosto inedito per la Francia, un film dalle tinte fantastiche ed orrifiche che vuole riallacciarsi alla lezione espressionista anche nell’uso di un bianco e nero a forti contrasti. Pur non esente da qualche spruzzata di “Grand-guignol” evidentemente inevitabile (ad esempio l’operazione per staccare la pelle alla ragazza sequestrata dal dottore, oppure il finale con i cani), il film si raccomanda per la ricerca evidente e spesso ottimamente riuscita di un’atmosfera poetica dove si riflette sull’innocenza traviata dal Male, incarnata da Christiane con la sua maschera che la copre dal volto sfigurato, che deciderà di ribellarsi contro la logica aberrante del padre. I tocchi poetici, che fanno pensare come riferimento al surrealismo di un Cocteau, con tanto di colombe liberate nel finale, sono gli elementi più interessanti di un film insolito, atipico per la sua epoca, che tuttavia a tratti non riesce ad affrancarsi da convenzioni piuttosto risapute; a mio parere leggermente sopravvalutato al giorno d’oggi, mentre quando uscì fu accolto con freddezza o indifferenza. Pierre Brasseur è adeguato e convincente nel trasmettere il dolore e l’ansia febbrile di questo scienziato che certamente non è “pazzo”, ma prova un forte rimorso nei confronti della figlia; Alida Valli è brava nel ruolo della collaboratrice Luisa, in quella che è la sua prima incursione nel genere, ma a rimanere impressa nella memoria è soprattutto l’interpretazione di Edith Scob, che si mostra a viso scoperto in una sola memorabile scena. Fra i caratteristi, un giovane Claude Brasseur, figlio di Pierre nel ruolo di un simpatico poliziotto, e Juliette Mayniel, madre di Alessandro Gassman, nel ruolo di una delle vittime del dottor Genessier. Una menzione anche alla suggestiva colonna sonora di Maurice Jarre, con un valzer inquietante.
Voto 8/10
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