Regia di Georges Franju vedi scheda film
Il film terrorizza (almeno alla sua uscita, adesso meno) non attraverso gli spaventi della struttura classica dell'horror, ma grazie ad una concezione diversa di orrore. La paura, o meglio la sofferenza dello spettatore durante le scene violente del film (di inedita crudeltà visiva e psicologica per i tempi) non è condivisa dalla vittima; in questo modo la vera vittima diventa lo spettatore. Come dice Franju, "la violenza non è il fine ma il mezzo", per svelare una terribile inquietudine nella realtà, terribile proprio perché reale, anche se insolita, e non fantastica.
E perciò niente più scienziati pazzi, ma uno scienziato normale che si comporta in modo anormale, in quanto debole essere umano, e proprio per rimediare a un suo errore e salvare la figlia. Ma lei, all'apparenza l'essere mostruoso, è anche quello più razionale della vicenda.
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