Regia di Georges Franju vedi scheda film
Con Occhi senza volto G. Franju approfondisce fuori dal documentario (in quanto genere in senso stretto che tuttavia in lui ha un senso lato) i temi della morte e dello smembramento del corpo col suo sguardo attento al mistero e al pericolo che si cela nel quotidiano tramite una tragedia dalle sembianze del thriller orrorifico, un dramma scientifico che svela gli aspetti incalcolabili di ciò che sta dentro l'ambiente e le persone e che ripropone sotto nuova forma il mito del dottor Frankenstein, del mad doctor (P. Brasseur) che però nella sua freddezza e ambizione senza scrupoli non nasconde dubbi e dannato senso di colpa senza redenzione, destinato alla sconfitta da parte di una figlia-fantasma (E. Scobb) che sembra riassumere come arma la forza della natura (la liberazione dei cani: uno spunto inconscio per il futuro argentiano, il cui filo rosso è anche A. Valli?).
Franju crea un piccolo classico invaso da un grigio che fa apparire tutto come nebbia caliginosa, un film dalle esterne suggestioni atmosferiche stagnanti e quelle interne asettiche e precise come un bisturi (la sala operatoria) o ingannevolmente eleganti (la villa), dalle sezioni da film muto commentate da una colonna sonora di Maurice Jarre che, più che essere minacciosa, è ironica per mezzo di due temi principali dal ritmo ternario un po' sgangherato.
Fece enorme scandalo e scalpore all'epoca la scena dell'operazione facciale, ancora oggi molto impressionante, molto prima della serie degli hardgore. 8
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