Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Non ci sono parole. Un capolavoro. Come opere mi vengono in mente "America" di Kafka e "Il trattato di un ribelle" di Junger, ma anche Eraserhead di Lyinch. Grande Lars. 9
Quest'opera di Von Trier mi ha davvero colpito. Sia per lo stile che per la sceneggiatura.
Uno stile noir, per certi versi onirico, a trattI quasi kafkiano (dall'opera America) e surreale: si pensi agli alloggi a forma di cunicoli, all'atmosfera in treno o nelle stazioni, il clima di disfacimento della germania 1945, l'amore tragicomico dell'eroe con la figlia del magnate (di cui fino alla fine non si sa se faccia ancora parte della resistenza nazi Lupi mannari contro gli alleati).
Interessanti anche i rimandi a Lynch di Eraserhead per i suoi tratti espressionistici.
L'eroe vuole essere portatore di pace, dall'America ritorna in Germania come ferroviere per ricostruire il suo paese, ma si ritrova incastrato in situaziioni paradossali, a dover sorreggere inintenzionalmente la resistenza dei lupi mannari e a collaborare con gli alleati mentre deve vedersela, sul lavoro, con l'autorità di uno zio ubriacone. Tutto risulta distorto, deformato, la Germania diventa sempre più un cadavere ancora in vita, sulla sua pelle nazisti e alleati fanno affari o si combattono e l'amore diventa una vera e propria stortura che porterà all'esplosione del ponte e alla morte.
Un film dunque tragico, condito da scene grottesche e esilaranti (si pensi all'esame in treno da parte dei due funzionari o al funerale del magnate che viene proibito dagli alleati), con un finale che sconcerta come un angelo sterminatore... che fa dell'eroe innocente uno strumento terroristico di distruzione...
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