Regia di Lars von Trier vedi scheda film
Film kafkiano, che raccoglie spunti dal Processo e da Amerika, invertendo di direzione il percorso del protagonista di quest'ultimo romanzo (e del film Rapporti di classe, che ne trassero Straub e la Houillet), ma mantenendo un tono di cupo assurdismo, venato di invenzioni surreali, come il fazzoletto annodato agli angoli, utilizzato al posto del berretto da ferroviere. Von Trier mi sembra sottolineare il ruolo ambiguo degli americani nella rinascita tedesca del dopoguerra, e del conseguente bollo che si porta dietro l'intera Europa occidentale, che sembra vivere in una notte senza soluzione di continuità, nella quale si aggirano i "lupi mannari", a seconda dell'ottica dalla quale li si guarda dei partigiani oppure dei traditori da lasciare impiccati ai lampioni come monito ai passeggeri di un treno dalle regole tanto ferree quanto incomprensibili. Europa mi sembra il primo film davvero compiuto e maturo di un talento talvolta (non qui, beninteso) poco bene indirizzato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta