Regia di Pedro L. Barbero, Vicente J. Martín vedi scheda film
All’università di Salamanca, la tradizione delle “tunas”, associazioni di studenti dedite al canto e al ballo, è viva e vegeta dal XIII secolo. Un killer, agendo via Internet, decide di eliminare le mele marce della facoltà, ovvero gli studenti meno volonterosi. Il ”tuno“ diventa così ”negro“, da cui il titolo originale di questo orripilante slasher spagnolo, copia carboncino di Scream e derivati che tenta perfino la carta del sesso patinatissimo e fintissimo per rilanciare la durata e le sue sorti, evidentemente becere dopo tre minuti. Da non credere quanto sia loffia l’indagine, spenta la partecipazione attoriale (meno male che Maribel Verdú se ne va subito), nulla la suspense. Pazzesco il finale, con il poliziotto che, per stress o pazzia improvvisa, si mette a far fuori tutte le persone che incontra vestite col costume dell’assassino, tipica e caratteristica maschera scolastica: complimenti ai due registi-sceneggiatori. Identico a un film di un qualsiasi sabato sera televisivo invernale o estivo, quando tutti sono fuori al cinema o a mangiare una fetta d’anguria: peccato soltanto che cose simili abbiano un discreto ”giro” per festival tematici.
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