Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Film in un certo senso speculare rispetto a Un'estate d'amore, che narrava una storia per certi versi simile: la regia di Bergman è sempre attentissima a valorizzare le componenti paesaggistiche in una composizione assai plastica dell'inquadratura, soprattutto nella parte ambientata sull'isola, ma la storia risente di qualche incertezza, soprattutto nella parte iniziale, dove il ritratto in negativo della misera condizione dei personaggi sa un pò di risaputo. Film molto amato dai registi della Nouvelle Vague come Truffaut che gli rese un omaggio nei Quattrocento colpi e Godard che scrisse un celebre saggio elogiativo in cui definì l'inquadratura della Andersson che guarda in macchina la più triste della storia del cinema; in Italia passò invece inosservato. Sempre affascinante Harriet Andersson, una delle muse del regista nonchè una delle sue tante compagne di vita(se non sbaglio la loro relazione fu consumata proprio nel periodo in cui fu girato questo film), ma lascia il segno anche il giovane Lars Ekborg purtroppo prematuramente scomparso. Giustamente rivalutato in anni più recenti e considerato uno dei film chiave del periodo formativo di Bergman.
voto 8/10
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