Regia di François Truffaut vedi scheda film
E' forse il più grande esempio di metacinema. Nella sua apparente linearità, è pregno di grande profondità e complessità.
Oltre ad essere un atto d'amore verso la settima arte, ne è uno studio approfondito e cosciente. Praticamente Truffaut cerca di analizzare la finzione che è la struttura portante del cinema e cerca di spiegare questa finzione con altrettanta finzione (un film su un regista che fa un film), sperando che dalla somma delle due cose scaturisca la realtà o forse una finzione più aulica e più subdola. Spesso, infatti, in "Effetto notte" si parla della finzione che vive nel cinema e che è il cinema (la neve finta, le controfigure, l'effetto notte ecc.) ma Truffaut spruzza il tutto anche con un po' di realtà (ad esempio il regista Truffaut che interpreta il regista). Difatti il film è un balletto surreale dove realtà ed immaginazione convivono e si fondono fino a diventare indistinguibili come in un quadro astratto e lo spettatore si trova così proiettato in un infinito e confusionario vortice, in cui non può far altro che lasciarsi cullare dalle immagini e dai suoni.
Ma non c'è solo questo in "Effetto notte" (titolo che rappresenta già una finzione). C'è anche il cinema come fuga dalla realtà caotica e disperata. Cinema come treno che corre su rigidi e lineari binari rispetto alla vita, che viaggia sui binari della confusione. Cinema come riscatto dalla vita insensata e triste. Cinema come oasi in mezzo al deserto. Cinema come costruzione di una "realtà" perfetta ed utopista in mezzo al reale e disastroso presente. Cinema che è più importante dei destini individuali perché, come dice il regista Ferrand/Truffaut, la vita è caotica ed il cinema funziona secondo regole da noi prestabilite. E meno male che c'è il cinema, sennò non si vivrebbe proprio.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:2
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