Regia di François Truffaut vedi scheda film
c'è stato un periodo che mi sono anche chiesto perchè non mi appassionavo a truffaut... secondo per molte cose è solo questione di tempo. non era il suo tempo. visto ieri sera dopo aver letto il servizio di filmtv su valentina cortese e sul suo personaggio avvinizzato e smemorato(severine) me lo sono proprio gustato. e mi sono gustato l'aerea leggerezza con cui truffaut ha saputo e voluto raccontare la vita prima, durante, dopo intorno, fuori e dentro un set. un regista è una persona in fin dei conti al quale vengono rivolte domande alle quali ovviamente, lui deve saper rispondere. problemi su problemi come la star di un tempo che deve fare i conti con gli anni che passano e le battute che si confondono con i bicchieri di troppo di vino. il meraviglioso alexandre di jean-pierre aumont memoria storica filmica e storico-cinematografica del regista che si ferma spesso e volentieri fuori dal set a chiacchierare con chiunque della hollywood d'un tempo. la star americana reduce da un esaurimento nervoso che le assicurazion non coprono per paura che questa abbandoni il set. la star maschile rimasta un pò bambino e poi amorazzi e fughe improvvise. il regista e il produttore devono saper affrontare l'avventura con spirito, pronti a dover fare i conti con i burocrati che in ogni momento possono decidere di bloccare la creatura partorita con tanta sofferenza. una sofferenza che tramite lo sguardo sognante di truffaut ci viene restituita come un incubo che invariabilmente si trasforma in un bel sogno di un bimbo che vuole solo alcune fotografie. su tutto grande emozione con le panoramiche dall'alto del corpo set cullate dalle splendide musiche di georges delerues. incantevole il corpo attoriale e molto belle le scene in macchina di jean-pierre aumont che parla dell'uomo-attore, riprese da truffaut con affetto e delicatezza.
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